Buongiorno amici e buona IV Domenica di Avvento nella gioia del Signore che viene. Oggi chiamati a gioire per il dono della vita. “…Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto…” Nel silenzio e nella delicata discrezione dell’Avvento, l’incontro tra due mamme incinte irrompe come gioiosa danza. Spezzando, in qualche modo, i gemiti dell’attesa. Maria ed Elisabetta , festose per lo stupore di due gravidanze oltre ogni speranza, rompono gli schemi dell’ordine, nel traboccare dell’ospitalità reciproca. Dove le povertà non sono nascoste ma valorizzate come luogo di fecondità e di benedizione. Una fanciulla vergine e un’anziana sterile possono soltanto sconvolgere i freddi calcoli di chi fa della vita una questione di controllo, di gestione. Le due donne svelano la meraviglia della vita. Una vita che mi oltrepassa, mi sorprende. Vita divina divenuta carne nel corpo di donna. Nel mio corpo, chiamato a diventare anch’esso madre, nell’ascolto e nella messa in pratica. (Lc 1,39-45) Medita – Attesa e gioia:
Se la pazienza è la madre dell’attesa, è la stessa attesa ad arrecare nuova gioia nelle nostre vite.
Gesù ci ha fatto intravedere non solo le nostre sofferenze, ma anche ciò che vi è al di là di esse.
Un uomo, una donna che non nutrano speranza nel futuro, non sono in grado di vivere creativamente nel presente.
Il paradosso dell’attesa risiede appunto nel fatto che coloro che credono nel domani sono in grado di vivere meglio l’oggi; che coloro che attendono che dalla tristezza scaturisca la gioia sono in grado di scoprire i tratti inaugurali di una vita nuova; che coloro che guardano con impazienza al ritorno del Signore possono scoprire che egli è già fin d’ora qui, in mezzo a loro.
