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105° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato – XVIII Rapporto Immigrazione

“Non si tratta solo di migranti” è il tema dato da Papa Francesco nel messaggio che la diffuso in occasione della 105° edizione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica 29 settembre.

Guarda il video con una breve sintesi del messaggio

Il XVIII Rapporto Immigrazione 2018/2019

Ma quel’è la situazione oggi in Italia? Per capirci di più, ho partecipato oggi alla presentazione del Rapporto Immigrazione, realizzato da Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes.

Ad aprire i lavori è Mons. Francesco Antonio Soddu, direttore di Caritas Italiana, il quale chiarisce subito che migranti è un termine utilizzato impropriamente, in quanto ormai stigmatizza le persone che affrontano i viaggi più disperati per raggiungere il nostro continente. Ma questi sono solo un aspetto di quello che è il più ampio fenomeno delle “persone in mobilità”.
Non si tratta di invasione, come vogliono farci credere: la presenza di persone in mobilità nel nostro Paese si conferma stabilizzata a 5 milioni di stranieri che vivono e lavorano in Italia, ed è pari all’8,7% della popolazione.
Di questi, una parte significativa è costituita da minori nati Italia, che per una “stortura e un paradosso giuridico” hanno ancora la cittadinanza del Paese d’origine dei genitori. “Il resto è retorica” ha aggiunto Mons. Soddu “La comunicazione si è appiattita e impoverita. Come dice il Papa, siamo caduti nella cultura degli aggettivi e degli avverbi e abbiamo perso i sostantivi. I comunicatori hanno dovere di far valere il peso, il valore dei sostantivi. Questo è cristiano”.

Il Card. Gualtiero Bassetti, direttore della CEI, ha esordito il suo intervento dicendo che è “triste il Paese che non sa progettare futuro dei giovani e sanare ferite del passato e del presente”.
Occorre superare paure, pregiudizi e resistenze. Per farlo, è fondamentale valorizzare la scuola come risorsa perché, come diceva S. Giovanni Paolo II, “I bambini sono i nostri maestri”.
Dovremmo smettere di parlare di “altro”. Se è vero che Gesù ci ha chiamati ad amare il nostro prossimo come noi stessi, “l’altro non esiste perché è un altro me stesso, quindi sono io. Invece si perpetua la distinzione fra noi e loro”. Dobbiamo aprire spazi di luce per lotta contro ogni emarginazione e per prenderci cura della nostra casa comune, non dobbiamo lasciare insinuare la cultura dello scarto, né le false ideologie. La cultura dell’accoglienza dei migranti è la cultura dell’accoglienza della vita, tutta, dal grembo fino alla malattia e alla sua fine naturale.

Il rapporto affronta anche il delicato tema della presenza di seminaristi, religiosi e sacerdoti migranti, che rendono la nostra chiesa sempre più cattolica, globale, universale. Anche la Chiesa deve fare attenzione a costruire relazioni di incontro e di accoglienza, affinché non ci siano sacerdoti di serie A e sacerdoti di serie B.
“Siamo nel tempo della sintesi e una sintesi possibile è la riscoperta dello slancio missionario, essere Chiesa in un campo di feriti” ha detto poi, richiamando l’importanza del Mese Missionario Straordinario voluto dal Papa per il prossimo ottobre.

Mons. Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes, ha ricordato come il fenomeno migratorio non sia momentaneo, ma epocale e cambia la geopolitica mondiale. Le migrazioni non sono la fine del mondo, ma l’inizio di una nuova società. Il Papa ci ricorda continuamente di “saper leggere il segno dei tempi” e ci esorta ad interpretare la migrazione alla luce del Vangelo come “pietra di inciampo” che ci offre l’opportunità di uscire dalle nostre comodità, che addormentano il nostro spirito.
Nel Levitico ci sono le leggi del popolo ebraico. Al Cap. 19 si legge “il forestiero lo tratterete come voi, lo amerete”. Dobbiamo recuperare questa prospettiva, una prospettiva positiva, ben al di là della rabbia che si vede in giro.

“C’è una radicale divaricazione fra realtà e percezione… Non si può prescindere dall’individuare una precisa responsabilità di quella parte del sistema informativo italiano che ha contribuito alla gigantesca fake sui migranti… Le indagini di varie fonti, infatti, hanno provato in questi anni che il numero percepito di migranti è drammaticamente superiore a qualunque percentuale realistica”

Mario Morcellini, commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

 

Alcuni numeri su cui riflettere

Condivido alcune interessanti slides proiettate dal ricercatore Simone Varisco della Fondazione Migrantes, che mette in evidenza con grande chiarezza che non c’è alcuna invasione, ma è la strumentalizzazione che stimola l’aumento dell’insofferenza e l’aggressività anche sui social, specialmente sul profilo Twitter del Papa.

Corridoi di Vita, il docufilm di TV2000

Il giornalista di TV2000 Vito D’Ettorre ha mostrato alcuni estratti del documentario giornalistico da lui realizzato per raccontare le storie di tanti uomini e donne migranti, aiutati dalla Caritas Italiana a raggiungere il nostro Paese in condizioni di regolarità e sicurezza. Tutto è cominciato dopo che a Lampedusa, il 3 ottobre del 2013, circa 400 giovani eritrei persero la vita a causa di un naufragio. Per evitare tragedie simili, nel 2017 la Chiesa italiana ha siglato un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno per “favorire l’arrivo in Italia in modo legale e sicuro di 500 migranti che si trovano in condizione di comprovata vulnerabilità”.

Le telecamere di TV2000 hanno seguito per due anni le storie di tre rifugiati eritrei: dal campo profughi nel deserto dell’Etiopia fino all’accoglienza nelle diocesi italiane. E poi, l’integrazione: un cammino pieno di speranza e di solidarietà ma talvolta difficile e mai scontato. Il docufilm “Corridoi di Vita” andrà in onda domenica 29 settembre, in occasione della Giornata Mondiale.