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Insoddisfatti

Buongiorno amici. Oggi chiamati allassenziale. C’è chi prova invidia per i contemporanei di Gesù perché poterono ascoltare le parole del maestro ed essere testimoni oculari dei suoi miracoli. Ciò nonostante Gesù assegna l’appellativo di “malvagia” alla generazione che condivise il breve segmento della sua vita pubblica, un popolo sempre pronto a chiedere segni grandiosi e mirabolanti, ma per niente disposto a convertire la vita. L’insufficienza di fede induce a chiedere segni sempre nuovi. Si vorrebbe un Dio pronto a dare spettacolo di onnipotenza e, al medesimo tempo, capace di esaudire le più differenti preghiere quotidiane. L’assenza di fede produce pretesa e ostinazione. Ma la fede non si compra. E’ un dono da implorare e alimentare. L’apostolo Paolo mette in guardia il discepolo Timoteo: “Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione davanti a molti testimoni”. (1 Tim 6,11) Non sono i segni a ripetizione che possono convincere l’esistenza di Dio e delle verità ultime, ma l’umile accoglienza della sua Parola nella persona di Cristo Gesù, segno definitivo dell’amore del Padre. Fede, dunque è aderire a Dio. Il suo contrario è la pretesa di piegarlo alla terra degli uomini e alle proprie convinzioni. Un atteggiamento però, che si può trasformare in ricatto. A tali condizioni, tuttavia, il Dio della storia dice “no grazie”. (Lc 11,29-32)