Buongiorno amici e buon ferragosto. Oggi la Chiesa celebra la Solennità dell’ Assunzione della Beata Vergine Maria. Tale solennità offre un insegnamento prezioso a tutti coloro che rischiano di ridurre il culto della Madre di Dio a una semplice esibizione di simboli religiosi. Il dogma dell’Assunta definito da Pio XII nel 1950, infatti, ci parla di un destino comune che riguarda tutta l’umanità e che è radice dell’autentica solidarietà fra esseri umani. I fedeli da secoli vivevano questo culto: colei che ha partorito il Figlio di Dio non poteva non essere salvata integralmente, anima e corpo. Ma la definizione del dogma ci dice che questo sentimento popolare ha una radice teologica. Salendo «alla celeste gloria in anima e corpo», infatti, Maria ci mostra l’altissima vocazione cui tutti sono destinati. Ogni essere umano, anche i più derelitti, sono tempio di questo seme di santità. L’odierna liturgia della parola, ci dona moltissime pagine scritte per e sulla Madre di Cristo; tanti santuari e luoghi di culto sono stati edificati; infinite sono le sculture, i dipinti, i quadri, gli affreschi. Tutte preziosità manifeste, conosciute, apprezzate, venerate. Le manifestazioni esterne, però, sono il segno visibile di quell’imitazione del Cristo attraverso la Vergine Maria che ci portiamo nel cuore, di quella disponibilità super partes che leggiamo e attuiamo nella nostra vita. Meditiamo il Magnificat anche noi. Costruiamocene uno tutto nostro in cui sia visibile, come in uno specchio, quanto è buono il Signore nei nostri confronti. Trasformiamo il nostro essere in pura umiltà, spendendo come sole. Non conserviamo quindi il nostro tesoro in vasi di creta, che si screpolano, che si sbriciolano. Viceversa facciamo del nostro corpo e della nostra anima uno scrigno preziosissimo, nel quale contenere questo materiale ancora più prezioso, che non troviamo al mercato, che non è commerciabile, che non è soggetto all’aridità delle nostre convenienze, che è al di là del bene e del male. (Lc 1,39-56) Buona Solennità e auguri di buon onomastico a chi porta il suo nome.
