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Cammino sinodale

Cammino Sinodale

Con il discorso ai fedeli della Diocesi di Roma fatto il 18 settembre presso l’Aula Paolo IV, Papa Francesco ha avviato il Cammino sinodale affinché, attraverso un percorso di ascolto dello Spirito Santo che coinvolga tutto il popolo di Dio, la Chiesa possa fare un vero e proprio esame di coscienza sulla capacità di incarnare lo “stile di Dio”. Il tema del cammino è Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione.

Il 29 settembre, in occasione della Festa degli Arcangeli, la CEI ha pubblicato una lettera alle donne e agli di buona volontà in cui invita tutti i battezzati ad andare oltre le logiche accomodanti del si è sempre fatto così, seguendo il pressante appello di Papa Francesco che, fin dall’esordio del suo servizio, invita a “camminare, costruire, confessare”.

Cosa è il Sinodo

La parola “sinodo” significa “camminare insieme”. Come dice Papa Francesco, questo implica che tutti siano protagonisti, non solo il Papa, il Cardinale vicario, i vescovi ausiliari, no: tutti siamo protagonisti e nessuno può essere considerato una semplice comparsa.

Tutte le informazioni, i materiali predisposti e gli aggiornamenti sul Cammino sinodale sono disponibili sul sito del Vaticano e sul sito della Conferenza Episcopale Italiana.

Le fasi del Cammino sinodale

Il Cammino sinodale si sviluppa fra ottobre 2021 e ottobre 2023 e coinvolge la totalità del Popolo di Dio, nella pluralità delle sue componenti, secondo le seguenti fasi:

  • Fase diocesana, nel corso della quale ha luogo la consultazione del Popolo di Dio, sui temi indicati dal Papa (da ottobre 2021 a aprile 2022);
  • Fase continentale, in cui si tiene il raduno assembleare dei Vescovi di ciascun continente, per esaminare e discernere sulla sintesi dei contributi ricevuti dalle diocesi (da settembre 2022 a marzo 2023);
  • Fase della Chiesa universale, durante la quale si svolge l’assemblea generale dei vescovi con il Santo Padre per discernere, a livello universale, la voce dello Spirito Santo che ha parlato in tutta la Chiesa (ottobre 2023);
  • Fase attuativa, in cui le conclusioni del Sinodo approvate dal Santo Padre sono accolte dalle Chiese.

La fase diocesana

 

La prima tappa del processo riguarda le Chiese diocesane. È un momento molto importante perché è la tappa in cui si realizza l’ascolto di tutti i battezzati. Punta a creare lo spazio in cui emerga la voce dello Spirito Santo che risuona attraverso l’ascolto di Dio e l’ascolto dei fratelli, quando la comunità cristiana si riunisce e compie un discernimento comunitario su ciò che vive e su ciò che ascolta.

Come dice il Santo Padre, il popolo ha “fiuto” nel trovare vie nuove per il cammino o per ritrovare la strada smarrita, per questo è necessario ascoltarlo. Occorre tenere aperto un dialogo continuo tra i battezzati, sotto l’azione dello Spirito Santo, ascoltarsi e ascoltare lo Spirito Santo, discutere e discutere con lo Spirito Santo, che è un modo di pregare. Al termine di questa fase, verrà organizzata alla presenza del Papa un’assemblea diocesana per la presentazione delle riflessioni raccolte.

L’interrogativo fondamentale che guida la consultazione del Popolo di Dio è il seguente:

Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, “cammina insieme”:
Come questo “camminare insieme” si realizza oggi nella vostra Chiesa particolare?
Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?

Come si svolge

Nell’ambito di momenti assembleari in cui tutta la comunità cristiana (Diocesi, parrocchie, movimenti, ecc.) si riunisce, si ascolta della Parola di Dio. Poi, ci si divide in piccoli gruppi dove ci si ascolta reciprocamente e si risponde ad alcune domande proposte dal documento sinodale.

Il Papa dice che il Sinodo comprende tutti e invita a non limitarsi ad ascoltare solo chi frequenta la parrocchia, ma anche i cristiani che non partecipano attivamente alla vita parrocchiale e i non credenti, in quanto considera veramente importante il contributo di tutti.

Come e quando nella nostra parrocchia

Nella nostra parrocchia si terranno quattro incontri domenicali, dopo la Santa Messa delle 10.30, nel periodo compreso fra novembre 2021 e maggio 2023. In queste domeniche, sarà sospesa la Santa Messa delle ore 12.00.

A moderare i gruppi in cui verranno suddivisi i partecipanti, saranno i membri dell’équipe pastorale della parrocchia che porranno i quesiti e raccoglieranno i contributi condivisi. La durata dell’incontro sarà complessivamente di un’ora.

Vi aspettiamo con gioia !

Incontri in Parrocchia

14/11/2021 – Scarica la relazione del 1° incontro

12/12/2021 – Scarica la relazione del 2° incontro

6/02/2022

Appuntamenti 2023

Cantiere dell’Ospitalità e della Casa

Resoconto Cammino Sinodale 2023

Partecipanti

Il Cammino Sinodale ha visto una buona partecipazione dei parrocchiani, solo adulti, che è scesa con il susseguirsi degli incontri; sono stati organizzati quattro incontri da Gennaio a Maggio 2023 incentrati  sul tema “Cantiere delle case e della famiglia”, scelto per questo secondo anno dall’équipe pastorale.

Introduzione

Nel primo l’incontro l’ascolto della comunità parrocchiale si è focalizzato sulla qualità dell’ascolto in famiglia, se arriva a riconoscere la presenza di Gesù e su come le famiglie chiedono di essere accompagnate dalla Chiesa.

Nel secondo incontro si è approfondito l’ascolto di Gesù nella nostra vita e nella famiglia, l’accoglienza in famiglia dei giovani e di altre famiglie e il senso di appartenenza e di corresponsabilità della famiglia rispetto alla comunità.

Nel terzo incontro, l’ascolto della comunità ha cercato di vedere i segni di Dio nella famiglia, come cercare risposte nella Chiesa e come potrebbe fare la famiglia per andare incontro alle famiglie lontane.

Nel quarto e ultimo incontro, il Cammino Sinodale ha provato a individuare i “luoghi” che ci parlano di Dio, le “piazze” nelle quali siamo chiamati ad annunciare il Vangelo e le resistenze che incontriamo in noi e negli altri nel dare la testimonianza di Gesù Risorto.

Il Cammino è stato svolto leggendo i seguenti brani, come riportato nelle schede della Diocesi, con una breve premessa preparata dall’équipe pastorale. Al termine della lettura, ognuno dei partecipanti è intervenuto portando la propria esperienza sui quesiti proposti:

  • I discepoli di Emmaus” (Lc 24, 13-35, primo incontro),
  • Una donna di nome Marta lo ospitò’” (Lc 10, 38-42, secondo incontro),
  • Dio non fa preferenza di persona” (At 10, 1-48, terzo incontro),
  • il Discorso di Paolo all’Areopago” (At 17, quarto incontro).

L’équipe pastorale ha ascoltato e raccolto i contributi dei quattro incontri, cercando di riportare fedelmente le parole dette dai partecipanti nel resoconto finale.

Metodo di esposizione della relazione del Cammino Sinodale

In primo luogo, descriveremo gli esiti del Cammino Sinodale della Parrocchia sull’ascolto di Gesù nella nostra vita, sull’ascolto in famiglia e sulle resistenze in noi e fuori di noi nel dare testimonianza di Gesù Risorto.

In secondo luogo, riporteremo quelli che sembrano essere i segni di Dio nella famiglia e l’apertura della famiglia alla società.

In terzo luogo, vedremo cosa le famiglie chiedono alla Chiesa per essere accompagnate e per andare incontro ai “lontani”.

  1. ASCOLTO DI GESÙ, IN FAMIGLIA E DIFFICOLTÀ NEL RENDERE TESTIMONIANZA

È emerso che alcuni riescono ad ascoltare Gesù cercando di unire la preghiera alle attività quotidiane, per esempio pregando durante le faccende casalinghe, altri per poter pregare e unirsi a Dio hanno bisogno di silenzio e concentrazione. Il vero ascolto si ha quando si è “immersi in Gesù”.

È necessario ricercare un equilibrio tra il fare e l’ascoltare, se si è formati all’ascolto della parola di Dio questo è più facile. Lo Spirito Santo ci invita a trovare gli spazi e i tempi per ascoltare il Signore e donare agli altri la propria esperienza di fede.

Il confronto costruttivo cementa i rapporti tra i membri della famiglia. Il fondamento della famiglia non sono i figli, ma gli sposi. A volte vi è più attenzione ai figli, che al marito. Pertanto, è importante curare il rapporto di coppia con pazienza e ascolto.

Molte volte le difficoltà a interagire con i familiari nascono da differenze caratteriali. Per dialogare, è necessario sforzarsi di conoscere chi si ha di fronte per comprenderne le esigenze ed entrare in empatia.

Ci sono momenti della giornata che facilitano la possibilità di confronto tra i familiari (il pranzo, la cena, la sera prima di coricarsi), ma ogni nucleo deve trovare la modalità più consona per il dialogo e il confronto rispettoso.

Qualche volta è necessario farsi da parte e non fare pressione. È importante, comunque, ascoltare con la certezza che il Signore agisce.

La donna svolge un ruolo fondamentale nel guidare all’ascolto, secondo i principi del cristianesimo.

La condivisione in famiglia è ascoltare sempre le preoccupazioni e sofferenze, non dobbiamo metterci avanti noi, ma ascoltare accogliendo decisioni anche non condivise. Bisogna, dunque, avere la capacità di restare in ascolto per captare i messaggi, pronti ad accogliere.

Oggi i rapporti tra genitori e figli sono deboli. Nei rapporti genitori – figli è importante un atteggiamento di comprensione e di non giudizio. Bisogna ricordarsi che i genitori hanno una grazia di stato, bisogna accompagnare i figli, senza imporre nulla. Essere custodi dei figli stando accanto con attenzione, nella pazienza e nella discrezione. Ai figli bisogna dare più spazio perché hanno diritto a fare le loro scelte. Compito del genitore è anche dire loro in cosa sbagliano. E questo costa molte energie. È bello arrivare a vedere che i figli, divenuti adulti, si occupano dei genitori e che diventano, da grandi, padre e madre dei loro genitori.

Lo Spirito ci invita ad essere testimoni della Parola, ma noi dobbiamo avere coscienza dei nostri limiti; è talvolta preferibile fare silenzio affinché parli al nostro cuore. Lo Spirito ci suggerisce delle domande, ci dà un’inquietudine che ci spinge a cercare quello che ancora non c’è nel nostro cuore.

A volte, nel rendere testimonianza, sembra inutile cogliere le occasioni perché non si ha fiducia in Dio che lavora negli altri. Un ostacolo in coloro che ci ascoltano è che rimangono concentrati sulle loro cose, senza aprirsi davvero all’altro che ti parla.

Molte volte, si viene frenati dalla paura di non essere sufficientemente preparati per annunciare il Vangelo, o perché ci si sente giudicati dagli altri in base alla propria storia personale, ma comunque c’è sempre qualcosa che ognuno può donare agli altri per dono di Dio.

Un problema che può “turbare” nel parlare di Dio è l’incontro con la morte e la sofferenza, ma abbandonandosi alla Provvidenza, ci si accorge della presenza e della grazia di Dio anche in queste situazioni.

  1. I LUOGHI E I SEGNI DELLA PRESENZA DI DIO NELLA FAMIGLIA E NELLA SOCIETÀ, L’APERTURA DELLA FAMIGLIA ALLA SOCIETÀ (GIOVANI, ALTRE FAMIGLIE E COMUNITÀ)

Tutto mi parla di Dio: i bambini, la famiglia, la comunità che si apre all’ascolto della Parola, alcune persone piene di Lui, la natura e gli animali creati in dono per noi; gli ospedali, dove i malati sono immagine di Gesù, così come le persone sofferenti in strada.

Di fronte alla malattia grave, la presenza di Dio è molto sottile da cogliere.

La presenza di Dio nella famiglia si può vedere quando si rinuncia alla propria idea in favore dell’altro; i segni sono: scusa, permesso, grazie ecc.

Un segno della presenza di Dio nella società è la famiglia, che è il luogo dell’amore: tra marito e moglie c’è sempre Dio, anche nelle difficoltà. Molte volte, nel momento in cui sembra che le cose siano complicate, la Provvidenza interviene per aiutare.

La famiglia, come piccolo nucleo comunitario, ha in sé la capacità di dare testimonianza dei suoi valori e trasmetterli ai componenti: accoglienza verso gli esclusi e i lontani, rispetto verso le confessioni religiose e il sacro, pur non praticando, oppure testimonianza della fede verso gli altri componenti familiari non credenti con una mutualità dei ruoli (i genitori verso i figli e i figli verso i genitori). Al riguardo, una famiglia ricorda l’esperienza che sta facendo dello “spezzare il pane insieme” con una signora straniera che dà una mano per le faccende di case, pranzando assieme a lei.

La testimonianza di una vita cristiana attira sempre verso la fede in Cristo, soprattutto se avviene con la gioia di trovare delle risposte in Gesù e di essere parte di una comunità.

Tuttavia, è difficile accogliere e ascoltare secondo i tempi dell’altro, più facile è assecondare il nostro bisogno di condivisione e di essere ascoltati. Spesso siamo poco attenti o ricettivi alla richiesta dell’altro di essere ascoltato e accolto, anche all’interno del nucleo familiare.

Si è disponibili ad accogliere in casa persone che hanno relazioni con noi o con i nostri familiari, ma si ha bisogno di tempo da dedicare per accogliere in casa gli altri. L’occasione di annunciare Dio è dovunque e in qualunque momento, con l’accoglienza e con le opere.

Ci sono anche esperienze di ascolto profondo e di accoglienza che conducono ad allargare i confini della propria famiglia: ad esempio, un progetto matrimoniale condiviso che porta all’accoglienza nella propria casa di persone molto lontane per cultura e anche religione.

Nel tempo dedicato all’ascolto e alla visita di un amico anziano e malato, ci si sente molto arricchiti da Gesù. Gli anziani hanno pochi gruppi in cui parlare di Dio.

  1. QUALI RISPOSTE LE FAMIGLIE CERCANO NELLA CHIESA E COSA CHIEDONO LE FAMIGLIE ALLA CHIESA

La Chiesa è il “luogo” in cui cercare delle risposte alla propria vita. È una riscoperta personale che si fa nel tempo, permette l’incontro con persone che cambiano la nostra vita, L’appartenenza a una comunità cristiana porta a condividere fede e preghiera, aiutando le persone a crescere e a sentirsi parte di un tutto.

Bisogna avere un occhio particolare per le famiglie: il cristianesimo deve ripartire dalla famiglia, intesa nel senso più ampio del termine, cercando metodi perché le famiglie si sentano sostenute a 360 gradi. Il matrimonio ha una rilevanza pubblica. A volte, noi cristiani non ci apriamo verso quelle unioni di fatto che Dio santifica lo stesso quando vi è amore.

Lo Spirito Santo richiede una purificazione della memoria che tenga conto della situazione di oggi perché la famiglia è una realtà sociale. È necessario avere capacità di colloquio ed entrare nelle famiglie per condividere la Parola di Dio e il vissuto delle persone.

Oggi è difficile capire cosa sia una famiglia, perché è diventata più fluida, più ampia e vanno accettate, anche da noi cattolici, unioni diverse dove regnano l’amore e la comprensione. La Chiesa deve ascoltare i “lontani”. I sacerdoti dovrebbero usare sensibilità nell’approccio dei “lontani”. Per poter ascoltare l’altro è necessario sospendere il giudizio e per questo serve la forza della preghiera.

La presenza nella propria vita di Gesù si può sentire non solo tramite le persone che ci sono vicine, sia fisicamente che sentimentalmente, ma anche attraverso persone lontane, che ci aprono orizzonti nuovi.

Bisogna così “uscire” dalla Chiesa per entrare nelle famiglie, favorendo dei momenti di convivialità e operando un ascolto attento dei vissuti, delle esperienze e dei comportamenti, laddove non si riesca a dialogare con le parole.

La Chiesa deve aprirsi per accompagnare la comunità e le famiglie che la compongono, proponendo il suo messaggio di fede, ma senza imporre nulla. Compito della parrocchia dovrebbe essere quello di dare testimonianza, allargando l’accoglienza agli altri.

La Chiesa è oggi in apertura verso il cambiamento, ma non si possono avvicinare le famiglie “lontane” se queste erigono muri verso la Chiesa, considerata “ottusa” perché incapace di accettare ciò che è moderno. È necessaria l’opera dello Spirito.

Chiediamo ai Vescovi e ai Sacerdoti di prepararsi bene per conoscere e comprendere la complessa realtà delle persone con diversa identità di genere e orientamento sessuale e la loro sofferenza, in modo da non ignorarli e di accoglierli con amore e misericordia nella Chiesa.

Vorremmo che la Chiesa accompagnasse i giovani per aiutarli a fare discernimento al riguardo. È importante avere una figura di riferimento nella Parrocchia, per condurre un percorso di accompagnamento e discernimento.

Chiediamo ai Vescovi e ai Sacerdoti di prepararsi bene sulla Pastorale dei separati e dei divorziati risposati, per accompagnarli secondo i lineamenti dell’Amoris Laetitia.

Bisogna avvicinare queste realtà ed entrare in queste situazioni.

15/06/2023 – Scarica la relazione degli incontri 2023