Buongiorno amici. Oggi chiamati ad annullarci per essere fecondi. «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».È come un granello di senape il Regno, come il lievito che, messo nella pasta, la fa fermentare. Cioè è poca cosa, nemmeno si nota, scompare in mezzo alla terra, in mezzo alla farina. Piccolo ma pieno di energia propria, il Regno cresce senza che ce ne accorgiamo, cambia le coscienze, feconda le civiltà, plasma nuovi modi di pensare. Piccolo ma efficace, presente ma non ingombrante, capace di cambiare e trasfigurare ogni cosa. Ma se è così, perché noi cattolici siamo così preoccupati dei numeri e delle statistiche? Perché a volte diamo la pessima impressione di voler rendere lievito tutta la pasta, di voler infestare il mondo con i nostri semi invece di essere presenza minoritaria significativa? Forse i tempi durissimi che stiamo vivendo ci richiamano proprio a questa verità: non importa quanti siamo, importa chi siamo e come annunciamo il vangelo. Con quanta coerenza, con quanta luce, con quanto amore. I risultati lasciamoli al Signore che guarda i cuori e non le statistiche. Non importa quanti cristiani siamo, ma quanto siamo cristiani! (Lc 13,18-21)
