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Ciarlatani e testimoni.

Buongiorno amici. Oggi chiamati a seguire l’unico e vero Maestro. Gesù è un maestro che non coltiva la propria immagine, ma che ha a cuore la vita dei discepoli. Non si lascia travolgere dalla popolarità. Al contrario, scoraggia fanatismi e atteggiamenti immaturi da parte degli ammiratori. Vive una stagione nella quale l’autorità religiosa era un dato acquisito. La storia di Israele era colma di rabbini e di saggi che avevano fondato le più disparate scuole di pensiero. Gesù ridicolizza la loro tracotanza e presopopea, smonta il loro stile di comunicazione basato più sull’apparenza che sulla sostanza, sulle parole più che sulla realtà. Rivolgendosi ai suoi, Gesù raccomanda di non pregiarsi di titoli altisonanti e, soprattutto di non arrogarsi prerogative che spettano alla sapienza infinita di Dio. “E voi siete tutti fratelli (Mt 23,10)”, C’è un denominatore comune nella fede ed associa i credenti:essere fratelli e sorelle. La fraternità sviluppa il respiro di Chiesa e ridimensiona il significato delle funzioni ecclesiali. Il riconoscimento altrui non avviene tramite l’ufficio esercitato, ma attraverso l’amore. L’amore fraterno evidenzia le peculiarità del discepolato, l’incarico sottolinea, invece, le diversità; il primo mette in relazione il secondo allontana. La comunità cristiana vive perennemente la tentazione di ricadere di una visione pagana di oppressione del prossimo, di delega dalle responsabilità. Gesù vuole, invece, una comunità di fratelli dove la fede funga da collante. Non esiste maestro peggiore di colui che insegna un comportamento con le parole e le contraddice palesemente con le azioni. (Mt 23, 1-12)