Buongiorno amici e buona giornata nella gioia del Signore. Oggi chiamati perché apparteniamo a Gesù per salvare con lui il mondo intero. Preghiamo per la pace nel mondo e per tutte le necessità dell’umanità. Pensate come si illumina l’avventura umana quando si ha la certezza che la vita non finisce quaggiù.
C’è una meta, c’è una conclusione, c’è un rendiconto: e il rendiconto sarà il momento del trionfo
dei giusti, dei miti, degli onesti, di coloro che hanno speso la vita facendo il bene.
Questa è la certezza che illumina la vita. Madre Teresa di Calcutta, in mezzo alle fatiche della sua instancabile carità, in mezzo alla povertà di ogni genere, poteva cantare e dire: “La vita è una opportunità: coglila! La vita è bellezza: ammirala!
La vita è beatitudine: assaporala! La vita è un mistero: scoprilo! La vita è un inno: cantalo! La vita è anche tristezza: superala!”.
Come? Sapendo che vai incontro a una meravigliosa festa, sapendo che la stai preparando ora con la tua vita, con le tue scelte! L’aldilà c’è: ci
credi o non ci credi l’aldilà te lo troverai davanti.
Ma, evidentemente, è un’altra vita.
Una vita nella quale la gioia e la tristezza dipenderanno esclusivamente dal cuore: dal cuore buono o cattivo, dal cuore aperto a Dio o chiuso a Dio, dal cuore liberato e sanato da ogni infezione di orgoglio e di egoismo oppure imprigionato volontariamente nell’orgoglio e nell’egoismo che sono essi stessi la punizione e la privazione della felicità.
Il Paradiso è dentro l’uomo: è nel cuore buono. Come anche l’inferno è dentro l’uomo: è nel cuore cattivo. Prepariamoci a quel momento moltiplicando la bontà e sentiremo fin da quaggiù una anticipazione del Paradiso. (Gv 5,17-30)
Contemplo:
Signore Gesù, tu sempre guardi al Padre e compi ciò che vedi fare da lui; attira il nostro sguardo verso di te: nella tua luce vedremo la luce, apprenderemo a vivere da figli di Dio.
Da lui ti è concesso il potere di dare la vita e di renderla, nuova, a chi l’ha perduta, perché hai consegnato te stesso alla morte per tutti.
Accresci la nostra fede; è in te la sorgente della vita, da te attingeremo con gioia la nostra salvezza.
Tu, Giudice di ogni mortale, in tutto ascolti i veraci giudizi di Dio: fa’ che anche noi ascoltiamo la tua Parola con cuore obbediente; da te impareremo che somma sapienza è aderire al volere del Padre nell’umile amore.
Nella festa senza fine della divina tenerezza, che avvolge ogni uomo per renderlo figlio, esulteremo con te, o Figlio unigenito, perché non ti sei vergognato di chiamarci fratelli.