Buongiorno amici. Oggi chiamati ad avere fede per vivere nella pace. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore..” Gesù che sta andando incontro alla passione congeda i suoi discepoli lasciando loro il dono della sua pace. La pace di Cristo inonda il cuore dei discepoli di tutti i tempi, eppure non li preserva dalla sofferenza, dalle persecuzioni, da timori e angosce subite per testimoniare il vangelo. Cristo è la nostra pace, la nostra forza nelle tribolazioni sofferte per lui. Invochiamo, dunque, il dono della pace in questo mondo che soffre il dramma della violenza, della guerra, del sangue versato. Ognuno di noi si adoperi a costruire famiglie, comunità, società sul fondamento della pace che è il volto della Pasqua di Cristo che ha lasciato questo mondo per andare al Padre e prepararci un posto privilegiato di amore nel suo cuore. (Gv 14,27-31a) Medita: Soltanto chi è figlio L’insegnamento di Gesù è pregnante e non può essere compreso in senso teorico: per potersi svelare nel suo significato vitale ha bisogno di esperienza vissuta. Appare evidente che può fare esperienza di un rapporto con il proprio genitore soltanto chi è figlio, che lo sa e lo capisce, chi prende coscienza di esserlo. Cioè colui che si rivela figlio (Mt 11,27). Perché Dio si offre come Padre per tutti, ma non tutti se ne accorgono, non tutti lo sanno. Ma quando si avverte nel cuore allora tutto diventa chiaro, o, per lo meno, sufficienti sprazzi di luce cominciano a filtrare. Un Dio, fonte della vita, è per sua natura il punto d’origine di tutti gli esseri viventi. Ma chi non lo capisce, ha con lui un rapporto da estraneo.
