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Custodire la fede è la speranza.

Buongiorno amici e ben ritrovati intorno alla parola di Dio. Oggi chiamati a custodire il dono di grazia ricevuto. Nuovamente Gesù torna a parlare ai suoi discepoli per immagini. Nel brano odierno del vangelo i cristiani sono chiamati a essere “sale e luce”, elementi importanti nella vita quotidiana dell’epoca e odierna. Del sale qui si evidenzia la caratteristica evidente del sapore. Il discepolo è chiamato a essere non solo quello che “dà sapore”, ma quello che “conserva”; che conserva che cosa? Non una tradizione sterile, o una religione fatta di riti e consuetudini, ma una fede viva, una speranza che non si fa “gettare e via e calpestare dalla gente”. Quando intorno a noi tutto sembra privo di sapore e buio, quello che ci è richiesto non è qualcosa che va oltre le nostre capacità; non ci viene chiesto di disperdere, con le nostre sole forze, tutta l’oscurità che c’è nel mondo, né di risolvere e “dare sapore” a tutte le cose che non vanno: davanti agli scenari che vediamo ogni giorno verrebbe davvero voglia di gettare la spugna, di nascondersi “sotto il moggio” delle nostre abitudini e basta. Ma Gesù ci chiede di non mollare, di rimanere legati a lui e continuare sulla strada intrapresa; ciascuno impegnato nel proprio lavoro, nello studio, nella vita di tutti i giorni… ci viene domandato di custodire la fede e la speranza, di nutrirle, di non lasciare che muoiano, affinché tutti quelli che ci vivono a fianco, prima o poi, le vedano. I frutti di tutto questo nasceranno nel cuore delle persone che incontreremo. ( Mt 5, 13-16)