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Dare in elemosina quel che c’è dentro.

Buongiorno amici. Oggi chiamati ad essere gioiosi, per vivere bene la carità. I dieci comandamenti, le leggi e le prescrizioni, anche quelle della chiesa, hanno senso e valore in quanto ci mettono in guardia dalle cattive inclinazioni e dagli istinti spesso perversi che sono in noi. Tuttavia non sono essi a determinare in ciascuno di noi il grado di realizzazione dell’ideale purezza a cui la santità di Dio ci provoca e che essa desidera per noi. La radice originaria del peccato si sviluppa nell’intimo del nostro spirito, nel nostro cuore, anche se Dio ci ha fatti belli, dentro e fuori, e tali ci vuole. Non serve dunque a nulla, anzi è dannoso , affidarci alla finzione di un perbenismo, di un perfezionismo esteriore. Se si mette in moto “la fede che opera per mezzo della carità”, se si dà “in elemosina quel che c’è dentro”, bruciando nella carità quel che finirebbe per marcire se lasciato fermentare nell’egoismo del cuore, ecco che “tutto sarà mondo”, ecco che potremo attendere “dalla fede la giustificazione che speriamo.” (Lc 11,37-41)