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È il Signore!

Buongiorno amici. Oggi chiamati a fidarsi del Signore. Solo con Lui saremo vincenti. Pietro, il pescatore per antonomasia, pare aver perduto la mano. La nottata risulta improduttiva. Un mare piatto e una notte di fatica sprecata. Non è possibile avere successo quando vince ancora il buio e il Signore è altrove. “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5), dice Gesù. Se non si rimane illuminati dalla luce del Risorto ogni impresa umana è condannata al fallimento. Il salmista ribadisce: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal126,1). Pietro e compagni pensano almeno per una notte di far conto sulle proprie risorse, ma senza Gesù sperimentano inefficienza e delusione. E’ deprimente faticare invano, spendere energie senza raccogliere frutto. E’ l’esperienza amara di quanti pretendono di gestire da soli l’esistenza e di condurla al meglio. L’intervento prodigioso di Gesù ha un duplice scopo: convincere dell’efficacia della sua presenza e condividere il pasto con i discepoli per rivivere con loro il dono della comunione pasquale. Latente, e pure attuale, il senso della missione che lo stesso Signore aveva già additato a Pietro e agli altri apostoli, di diventare “pescatori di uomini”. L’espressione: “Io vado a pescare” utilizzata da Pietro equivale ad una sorta di fine delle illusioni. Gli altri lo seguono. Solo la presenza del Signore consente di alzare lo sguardo e di riossigenarsi. Giovanni, in perenne comunione con Gesù, avverte immediata la presenza del Risorto, e comunica a Pietro l’evento. C’è sempre un fratello che vede e pre-vede con il compito di orientare e rimettere in piedi. (Gv 21,1-14)