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Gesù, dono di sé per tutta l’umanità.

Buongiorno amici. Siamo così giunti al Triduo Pasquale che quest’anno per la prima volta lo vivremo in modo totalmente  con diverso, con l’assenza della Messa Crismale e della lavanda del piedi. Rimanendo a casa, collegati in streaming, assisteremo alla Celebrazione Eucaristica dell’istituzione dell’Eucaristia, memoriale della nostra fede.
Inizia con la cena l’ultima notte di Gesù. Una cena pasquale celebrata secondo il calendario antico, contrapposto a quello del rinato tempio, quasi a segnare una presa di distanza. E stasera, in tutte le nostre chiese, senza fedeli, ripeteremo quella cena in obbedienza all’ordine del Maestro di rifare quel gesto in sua memoria. E noi lo rifacciamo, giorno per giorno, a volte senza pensarci, distrattamente, ma consapevoli dell’immenso dono che ci è stato donato. Sì, Signore, ripetiamo quella cena ogni domenica e quell’incontro ci rende discepoli. In questa notte quel gesto assume un significato particolare: è espressione del grande amore che Dio ha per noi, ed è anche l’inizio del sacerdozio. Riviviamo con intensità e verità quella cena, lasciamo che sia ancora il Signore il protagonista, non rendiamo vano quel gesto. Nel cuore della notte, poi, seguiamo Gesù al Getsemani, sediamoci poco lontano e osserviamo il Maestro che decide di andare fino in fondo. Facciamo compagnia al Signore, questa notte, raccogliamoci in preghiera per quanto ci sia possibile, per dirgli che quel sacrificio non è stato inutile. Davanti a quella croce, noi ancora professiamo la nostra fede nel vero volto di Dio. (Gv 13,1-15)