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Gesù non è un segno ma una realtà.

Buongiorno amici. Oggi chiamati a riconoscere l’unico vero segno. Questi farisei che chiedono a Gesù «un segno dal cielo», per capire chi veramente egli sia, mettono a nudo la loro incapacità di comprendere i segni dei tempi, così come non li comprendono i discepoli, che non si sono resi conto del significato della moltiplicazione dei pani. Gesù si rifiuta di dare un segno, perché il segno ha senso solo se anticipa la realtà che indica; ma quando la realtà è già presente, il segno perde di significato. Purtroppo il fatto di aver continuo bisogno di segni per poter credere è un problema ancora attuale. L’uomo è un animale intelligente e, come tale, ricerca il motivo di tutto ciò che accade. Tuttavia, con questo atteggiamento, di per sé giusto, rischia di commettere l’errore dei farisei: essi hanno una loro idea di Dio e chiedono segni a conferma di ciò che già pensano, non perché siano aperti all’incontro con il Signore. Gesù di Nazaret non è un segno, ma una realtà che contraddice ciò che i farisei pensano, e anche ciò che spesso noi pensiamo. Il Signore non accetta che la nostra fede sia basata su «segni di potenza», ma ci chiede di cogliere continuamente nella nostra quotidianità, la sua signoria nel segno della croce, che è quello della massima debolezza: è la sua capacità di farsi pane ogni giorno nell’eucaristia. (Mc 8,11-13)