Buongiorno amici. Oggi chiamati a vivere l’esperienza del servizio e della preghiera senza esaltare l’una e trascurare l’altra. Entrambe devono essere vissute parallelamente. La domanda “Dove sei?”, che risuona nella prima lettura e prima o poi nella nostra vita, bene si adatta alla figura di Marta che non si rende conto di essersi un po’ persa in tutto quel correre e agitarsi. Gesù non la rimprovera per il servizio, in sé necessario, ma per il cuore con cui viene vissuto: il suo centro è il desiderio di essere lodata. Non è un servire libero, e così non lascia libera nemmeno la sorella di trovare quanto le è necessario in quel momento. Vigiliamo perché siamo anche noi pronti a giudicare chi, nelle nostre comunità, serve “troppo” o troppo poco…. Nel cammino di discepolato ci sono tempi di azione e di non-azione: la cosa importante è che al centro ci sia Gesù, perché se perdiamo questo riferimento alla domanda “Dove sei?” potremmo scoprire di esserci persi. La certezza di Dio e del suo rapporto con noi nutre instancabilmente lo slancio del cuore. Il credente non si accontenta di passare bene i propri giorni e non ha paura di ascoltare le voci più strane che salgono dal suo profondo, inviti di bellezza, di armonia, di amore, di vitalità, desideri di perfezione (la santità), di generosità eroica, di fedeltà coraggiosa. Pur nell’esperienza della propria debolezza e delle incoerenze perenni, non si rassegna, non cede, non ferma il proprio cammino perché sa che quello che gli nasce dentro ha una ragione, è il flusso di quella sorgente divina che si porta dentro. (Lc 10, 38-42)
