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Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

Buongiorno amici e buona giornata nella gioia del Signore Gesù Cristo. Oggi chiamati fratelli, perché con il battesimo siamo stati liberati per sempre dalle catene dell’assurdo e della morte e abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio, che ci dà la vera sapienza per domandare ciò che a lui è gradito. Preghiamo per la pace nel mondo e per tutte le necessità dell’umanità. Il vangelo di oggi è una breve parentesi nel racconto della missione dei dodici. Un’ondata di vita nuova accompagna il cammino di Gesù e dei suoi discepoli: chi ne è raggiunto non può tacere lo stupore. Erode ne sente parlare e si domanda: «Chi è mai costui?». Non cerca un incontro  personale, non chiede apertamente; si limita a pensare le risposte possibili a partire da sé, dal suo vissuto crudele: chi intralcia il suo cammino, come Giovanni Battista, viene eliminato. Il desiderio di vedere Gesù è dunque ambiguo tra la luce che attrae e l’ombra del controllo e dell’interesse personale. Quando Erode vedrà finalmente Gesù nel processo finale saprà solo farsene beffe. La ricerca vera di Gesù è quella di chi ha bisogno di salvezza; il vero incontro con lui è possibile a chi gli affida la vita con fiducia. (Lc 9, 7-9)

Contemplo

Abbiamo ricevuto tanto. Cieli azzurri, o scuri di nubi, pane fresco, carezze, tramonti, pioggia, abbracci, alberi in fiore. E poi: mani da stringere, occhi per scrutare, cuore che intuisce e cura, parole buone, amore. Anche ferite, sì, e schiaffi, e dolore.
E abbiamo conosciuto Dio, quel giorno — per ognuno diverso — , l’abbiamo incontrato e ci ha presi per mano. Allora, come parlare di questa bellezza, come raccontarla? Perché è ciò che si vuol fare, quando si riceve un regalo: darne notizia al mondo intero. Ecco, abbiamo la sua parola, con noi. Possiamo farla vivere, e sulla sua parola gettare le reti per ricevere ancora.