Buongiorno amici. Oggi chiamati a rimanere con lo sposo per vivere e saziarci. «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Una delle pratiche dalla quaresima, accanto alla preghiera e all’elemosina, è il digiuno. La prima lettura di oggi, in accordo con il Vangelo, ci ricorda che il digiuno gradito a Dio è quello che esprime scelte di rotture con le ingiustizie perpetuate verso il nostro prossimo. Lo sposo della Chiesa, infatti, è colui che riconosce come fatto a sé ciò che abbiamo o non abbiamo fatto agli altri: “ Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito…” Quando tale sposo viene tolto, ossia calpestato, vilipeso e nuovamente crocifisso noi, suoi discepoli, siamo chiamati a fare lutto con il digiuno fisico e del cuore, prendendo distanza dall’egoismo che ci fa scartare i fratelli. (Mt 9,14-15)
