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Il nostro miracolo

Buongiorno amici e buona giornata nella gioia del Signore Gesù Cristo. Oggi memoria dei  Santi Cirillo, monaco e Metodio, vescovo Patroni d’Europa, fratelli nel corpo e nello spitito. Oggi ricorre anche San Valentino, vescovo patrono degli innamorati. Auguri a chi vuole vivere l’esperienza vera dell’amore, che non va festeggiata solo oggi, ma ogni volta che il proprio cuore palpita per ogni azione di grazia che si compie verso l’altra persona. La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi… 

Gesù manda i suoi discepoli a predicare, a portare a tutti la parola di Dio.
Possiamo pensare che oggi quelli mandati siano i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, ed è effettivamente così: sono loro in particolare che hanno ereditato questa missione.
Ma, come dice Gesù, “la messe è molta e gli operai sono pochi”.
I sacerdoti non bastano e sono sempre meno. Sempre più i laici sono chiamati a far parte attiva della Chiesa per essere inviati.
Questo non significa lasciare le nostre case e recarci in missione chissà dove; certo lo possiamo fare, ma non è questo che ci è chiesto.
Quello che si chiede agli “inviati”, cioè al popolo cristiano, è di vivere nella comunità, occuparsi degli altri, del prossimo, e portare la Parola anche solo con l’esempio di vita, mostrando coerenza alla legge di Dio.
In questa nostra missione dobbiamo essere semplici, modesti, umili, mai superbi, e soprattutto dobbiamo portare la pace e “guarire i malati”. Ovviamente non siamo capaci di fare i miracoli, almeno quelli intesi in modo classico, ma i miracoli avvengono anche quando diamo una mano ad una persona che ne ha bisogno o dedichiamo del tempo ad un vicino che è solo, o stiamo vicino ad una persona che ha perso la speranza.
Se riusciamo a portare loro un po’ di pace, avremo fatto il nostro miracolo. (Lc 10,1-9)