Buongiorno amici e buona XVII domenica del T. O. Oggi ricorre la memoria dei Ss Gioacchino ed Anna, genitori della Beata Vergine Maria Madre di Gesù. Auguri di buon onomastico a chi porta il loro nome. Oggi chiamati a comprendere il valore del regno di Dio, che è Gesù Cristo. La liturgia odierna potrebbe benissimo chiamarsi “domenica della saggezza”. Oggi giorno la parola saggezza non gode di alcun prestigio in quanto richiama alla mente valori fuori corso, come i soldi. Alla saggezza, valore antico, si preferisce il valore volpino, l’astuzia, dai più considerata saggezza concreta, vantaggiosa perché senza troppe remore di ordine morale e pertanto più duttile alla nostra mentalità relatività. La saggezza è un dono assai prezioso che si basa sul discernimento e l’intelligenza, per cui il saggio è colui che sa distinguere ciò che vale da ciò che è privo di valore e pertanto deve essere sacrificato in prospettiva di un bene più grande. Come a Salomone, attraverso la prima lettura odierna, tratta dal libro I Re, il Signore ci chiede “chiedimi ciò che vuoi”. Che cosa rispondiamo a Dio che ci conceda più potere, più soldi, più successo nella vita, la rovina dei nostri nemici? Più saggezza per poter condurre una vita più santa e più vicino al suo cuore? Questa è il genere di ricchezza che Dio gradisce elargire a profusione ai suoi figli nel Figlio. Il vangelo ci suggerisce che i beni più importanti non sono quelli più appariscenti, ma quelli più nascosti, che richiedono un maggior impegno per essere trovati (vedi la parabola del tesoro nascosto e della perla preziosa). L’astuto che crede di lui senza sapere che il vero bene è dentro di lui. Il Regno di Dio è la gioia della fede che ci è stata donata con il Battesimo e che è custodita nel nostro cuore, noi dobbiamo farla crescere anche a costo di sacrifici. La saggezza, pertanto, è anche capacità di osare, sacrificarsi, lasciare per trovare, vedere per conquistare. Bisogna essere appassionati e perseveranti per cercare ardentemente e raggiungere la meta che ci prefissiamo, senza scoraggiarci per gli insuccessi, ma come i rocciatori in parete piantare, con accortezza, chiodo dopo chiodo per tirarsi su fino alla vetta. Bisogna essere un poco folli per vendere tutto, come fanno il contadino e il mercante, in vista di qualcosa che ancora non si possiede. Saggezza e follia, secondo questo brano evangelico, possono e devono coesistere, senza dimenticare che, in questa avventura, ciò che sembra ovvio è sempre un dono di Dio. Allora quale sarebbe il nostro compito? A noi tocca soprattutto aprirci allo stupore e lasciarci sedurre dalla bellezza di quanto il Signore ci offre. C’è un tesoro nascosto nel cuore di ciascuno di noi in attesa che noi ce ne rendiamo conto e lo valorizziamo. Quando questo avverrà avremo anche la felicità che tanto agogniamo. Dalla fatica dei pescatori Gesù trae lo spunto per la lettura della vita umana. Alla fine del secolo presente, Dio, farà brillare la verità, la giustizia, l’amore e butterà a mare i valori umani che sono ideati per difendere i propri egoismi. (Mt 13, 44-52)
