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Imparare a scegliere, nelle tempeste, nella fatica, nel silenzio.

Buongiorno amici e buona XIX domenica del T. O. Oggi memoria di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) Vergine e martire. Oggi chiamati a vincere la sfida con il male e la paura. Come possono non avere capito? Come possono, davanti alla prima vera prova, avere mostrato tanta indifferenza e tanto cinismo? Cosa serve amare, seguire, accudire, istruire, vivere con loro se poi non hanno cambiato il loro cuore? La notte di Gesù sul monte a pregare è tormentata e lugubre. Coloro che ha scelto con tanta cura e tanta passione, coloro che ha voluto con sé, che ha istruito, hanno mostrato tutta la loro grettezza. Prega, il Signore. Forse un po’ stordito e deluso. Non sa che fare. Intanto si alza un forte vento sul lago. Gesù sceglie. Sceglie di non sceglierne altri. Non migliori, non più coerenti, non eccezionali. Sceglie quei dodici. Sceglie noi, fragili e incoerenti. Sceglie questa Chiesa composta di fango e santità. Pietro. I discepoli, noi discepoli, sono spaventati. Dalla furia del vento e delle onde. E lì, nel cuore della notte, sono raggiunti dal Signore, ma lo vedono come un fantasma. Non lo hanno riconosciuto nel fratello affamato. Come possono riconoscerlo qui, ora? Solo Matteo ci parla dell’episodio di Pietro. Di quella richiesta, ingenua oltre ogni limite, di raggiungere Gesù camminando sulle acque.  E si getta, Pietro. Si fida. E affonda. No, non è capace, come noi non siamo capaci, di camminare davvero su ciò che ci spaventa, di passeggiare fischiettando sul ciglio del baratro che costeggia la nostra vita. Vorremmo, ma non siamo così coraggiosi, né così santi. Solo il Maestro, solo il Signore può dominare le alte onde del mare, da sempre, nella Bibbia, potente e oscuro simbolo del male e della paura. Solo lui. Noi non siamo capaci, ma il Signore ci sfida, ci spinge ad osare. Anche oggi Pietro, questo nostro Pietro, deve condurre la barca in mezzo alle onde. E, come se non bastasse la violenza di chi attacca la Chiesa e di chi invece la blandisce e la seduce, si ritrova qualche compagno di viaggio che inizia a bucare il fondo della barca, rilasciando patenti di ortodossia ai papi dall’alto della loro conoscenza e della loro intransigenza. È sempre accaduto, con ogni Pietro. Ma Pietro, questo Pietro, ogni Pietro, sa bene che il Signore Gesù ci raggiunge nella tempesta. Sempre. Davanti ai dubbi di fede, davanti alle tempeste della vita, il discepolo è chiamato, come Elia, ad ascoltare nel suo cuore il silenzioso mormorio di Dio, recuperando quella dimensione assoluta che è il silenzio, la preghiera, l’ascolto meditato del grande e quieto oceano della presenza di Dio, per vedere il volto di Dio che si nasconde nel vento, che pare evanescente come un fantasma. Solo così possiamo arrivare all’altra riva. (Mt 13,44-52)