Buongiorno amici e buona III Domenica di Quaresima. Oggi per noi, solennità delle Sante Perpetua e Felicita, patrone della nostra comunità parrocchiale. Oggi chiamati a riconoscere il vero Tempio e i suoi doni. Come un terremoto. Gesù compie un gesto che ogni ebreo osservante avrebbe sognato di fare, ma che il timore di ritorsioni sconsigliava, quello di dare una scrollata ai tavoli di coloro che, in proprio o per conto terzi, facevano affari sulla fede dei piccoli. Era amaro constatare il degrado della casa di Dio. Teatro dell’episodio è l’atrio esterno del Tempio che in occasione delle grandi feste assumeva l’aspetto di un mercato. Vi si trovava tutto ciò che serviva per i sacrifici votivi. Ai banchi dei cambiavalute veniva convertito il denaro “ impuro” degli ebrei della diaspora. I pellegrini venivano depredati da affaristi senza scrupoli. Quella di Gesù fu una provocazione simbolica che venne ritenuta un’offesa. Gesù rompe un giocattolo vantaggioso, ma ignobile, che mortifica la fede, rapina il prossimo, ed ingrassa “i furbi”. Egli punta il dito contro coloro che fanno della religione un affare. Si possono truffare gli uomini, ma mai il Signore. Non si può essere cerimoniosi con Dio dopo aver rubato, screditato e sfruttato. Dio non gradisce le genuflessioni di chi calpesta il povero. Occorre liberare il cuore dall’ipocrisia di credere di poter sistemare le proprie infedeltà pagando moneta sonante al Signore, avendo in cambio un certificato di buona coscienza. Gesù propone un rapporto buono con Dio. Dà a capire che Dio vuol essere adorato “in spirito e verità”. Vittima contro ogni sfruttamento interessato dalla religione, chiede di impegnarsi a distruggere i templi eretti in onore degli idoli di ogni tempo: avidità, erotismo e potere. Nella persona di Gesù, tempio del Padre, è possibile una nuova esistenza, una nuova preghiera, un sacrificio autentico, una profonda relazione con il Padre. (Gv 2,13-25)
