Buongiorno amici e buona giornata nella gioia del Signore Gesù Cristo. Oggi chiamati fratelli, perché il Signore chiama ciascuno a lavorare nel cantiere del mondo, perché si realizzi il suo progetto di giustizia e di pace. Invochiamo fiduciosi il suo aiuto: Signore, insegnaci ad amare! Preghiamo per la pace nel mondo e per tutte le necessità dell’umanità. Si accende una lampada non per nasconderla ma per metterla sul candelabro affinché illumini la stanza e chi entra veda tutto quello che c’è. Il credente, che si alimenta dell’ascolto della parola di Dio non nasconde la sua fede ma neppure la esibisce, la ostenta. Con la sua vita trasparente e semplice illumina l’esistenza di chi gli è accanto, diffonde attorno a sé la luce del vangelo in modo che gli uomini vedano le opere buone che compie e rendano gloria al Padre di tutti che è nei cieli. (Lc 8, 16-18)
Contemplo
I cristianesimo non è il club dei perfetti, semmai è il credo di chi è onesto e vero con se stesso, riconosce i propri errori e soprattutto non perde la speranza del perdono. I perfetti non possono sbagliare e se cadono non se lo perdonano; figuriamoci se possono chiedere il perdono agli altri. Il loro orizzonte è senza speranza. Chi è libero tanto da poter ammettere il proprio peccato dinanzi a Dio, invece, vive con la certezza sempre più grande del suo perdono. E in questo perdono cresce la fede. Sentirsi perdonato, infatti, è tra le esperienze più alte del senso della vita e di quell’amore che è più forte del non senso. Se Dio perdona non esiste più l’assurdo, perché anche la cosa più insensata, com’è il peccato, può esser caricata di senso e vissuta quale esperienza della tenerezza dell’Eterno, che perdona sempre. Mistero grande!