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La parola chiave.

Gesù non è venuto ad eliminare la legge e i moniti dei profeti. Il comando di non rubare, non uccidere, non dire il falso, non essere avidi delle cose e dei sentimenti degli altri, rimane fermo ed immutabile. Se la legge e i profeti hanno insegnato a uscire da quelle insidie che imprigionano l’esistenza del non-amore, Gesù con la sua morte e risurrezione, ha introdotto a vivere secondo un amore più grande: il perdono, la misericordia, il dare la vita per il nemico. La legge di Israele era composta da tanti precetti, tutti da osservare fedelmente. L’amore verso Dio era giudicato in base all’osservanza di quelle norme. Gesù riassumerà la legge data a Israele in un unico comandamento: “Amatevi come io vi ho amato” (Gv 13,34). Fissa, dunque, tutto il suo Vangelo sull’amore. Non c’è relazione più importante, più vera, più luminosa di quella fondata sull’amore. E quando si ama, anche i particolari diventano determinanti e, pertanto, come tali sono accolti e abbracciati. Le cose minime, anzi, sono quasi in qualche modo da anteporre a quelle basilari. Santa Teresa di Calcutta diceva: “ Saremo giudicati sull’amore”. La parola chiave, dunque, per essere praticanti credibili è una sola: Amore. (Mt 5,17-19)