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La preghiera, salva!

Buongiorno amici e buona XXIX domenica del T. O. Oggi chiamati a vivere l’esperienza della preghiera. “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Gesù ritorna sull’importanza della preghiera perseverante. San Luca già ce l’aveva trasmesso con la parabola dell’amico importuno che bussa di notte. Gesù ci dice di pregare sempre: ma subito rischia di affacciarsi un pensiero che ci distoglie dalle sue parole: ma come posso pregare sempre? Ho da fare! E poi chi ce la fa? La parola “sempre”, in greco, è pantotè, e significa sia “sempre” e sia “per qualsiasi necessità”; aggiungendo “senza stancarsi mai”, Gesù ci dice di non smettere, di insistere. D’altronde quando ci serve qualcosa che riteniamo importante, alle persone siamo capaci di fargli “una testa così”! E questa insistenza deve perdurare anche quando a volte ci sentiamo delusi nel constatare che Dio sembra non intervenire, continuando a fidarci ostinatamente di Lui. Siamo dunque invitati a fidarci sempre, a non smettere di chiedere a Dio quanto ci necessita, anche se veniamo a trovarci in un contesto dove, nonostante le tante preghiera (anche se a volte preghiamo giusto due minuti al giorno), sembra non smuoversi nulla. Sì, perché è facile che in questi casi si affacci la tentazione di pensare: “Ma tanto non mi sente… non serve a niente… lasciamo perdere!”. Oggi invece il Signore ci invita ad insistere, perché si accresca in noi il desiderio di Lui, del suo regno, per essere poi più capaci di accoglierlo, certi che Lui ci dà quello che serve per la nostra salvezza e per il nostro vero bene! (Lc 18,1-8)