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La preparazione di un poema d’amore.

Buongiorno amici. Oggi chiamati una nuova esperienza d’amore. In questa nostra epoca, urge più che mai scoprire Gesù come “la nostra pace”, colui che “ha distrutto in se stesso l’inimicizia per mezzo della croce”. Troppe sono le proposte di false paci offerte dall’ipermercato della società in cui viviamo. Invece di vivere la consapevolezza che questa esistenza è solo “la preparazione” di quel poema d’amore e di felicità piena che Dio in Cristo ci ha preparato, si assolutizza la vita presente, come se il benessere odierno, di ogni tipo, fosse tutto. Quando però i conti non tornano e siamo feriti o delusi a cosa serve ricorrere ad altre soluzioni “palliative”? E’ qui che si rivela l’attualità di vivere Cristo come “nostra pace”. Bisogna chiedergli che distrugga dentro il nostro cuore, l’inimicizia: quella che ci impedisce di accettare a fondo noi stessi e la nostra storia personale, quella che ci rende diffidenti degli altri, competitivi e ostili. Allora si, che tenendo ben accesa la lampada di una fede che diventa sempre più fiducia, saremo vigilanti, cioè ben desti e pronti. Si tratta di essere al lavoro quando il Signore viene, cioè di vivere un atteggiamento pienamente umano e degno del seguace di Cristo: un atteggiamento di disponibilità, slancio, attesa e totale fiducia. Se ci troverà così il Signore non si lascerà vincere in generosità: si farà nostro servo, introducendoci al banchetto dove la vita sarà per sempre festa nuziale. (Lc 12, 35-38)