Buongiorno amici. Oggi chiamati a riconoscere la voce del Signore. “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Fin dal grembo materno una delle prime realtà che riusciamo a percepire e riconoscere è la voce; innanzitutto quella di nostra madre e di nostro padre, poi quella delle altre persone che ci stanno intorno. Impariamo da subito a distinguere quel timbro particolare di chi ci ama. Allo stesso modo il nostro cuore è capace di riconoscere la voce che ci ha chiamato all’esistenza e che continuamente ci chiama: la tonalità di Dio. Dentro di noi c’è un’innata comprensione a riconoscere il timbro di colui che è il pastore e il custode delle nostre anime. L’invito che oggi risuona nella liturgia è quello di porci alla sequela di quel pastore che con il suo amore ci conduce sui pascoli della vita, perché, abbandonando il peccato, possiamo vivere di quella pienezza che egli è venuto a donarci in abbondanza. (Gv 10,1-10)
