Buongiorno amici. Oggi chiamati a non avere paura, ma ad essere pronti per l’incontro con il Signore.
Ci avviciniamo agli ultimi giorni dell’anno liturgico e nelle letture che ci vengono proposte prevalgono le pagine apocalittiche del vangelo di Luca. Il linguaggio apocalittico, che conosciamo perché ampiamente usato dall’evangelista Giovanni, era molto in voga al tempo di Gesù: attraverso una serie di immagini iperboliche e fantasiose gli autori volevano richiamare l’attenzione del lettore per aprirla ad una particolare visione della realtà. Così Luca si serve di questo linguaggio per parlare degli ultimi tempi, della pienezza che sta per arrivare. È straordinaria la sua visione: davanti al caos di eventi catastrofici, di guerre, di carestie, di instabilità politica, Luca invita i suoi fratelli ad alzare lo sguardo. La fine del mondo non è una tragedia somigliante ai filmetti catastrofici del cinema americano, ma la manifestazione definitiva della tenerezza di Dio sugli uomini. Il mondo non sta precipitando nel caos ma nella braccia di un Padre che tutti vuole accogliere e salvare. Con questa certezza viviamo operativamente e fattivamente in questo mondo senza aspettare rassegnati ma senza farci prendere da inutili ansie. Sappiamo bene come andranno a finire le cose! Medita: Che disastro! Babilonia distrutta con violenza, Gerusalemme calpestata, le potenze dei cieli sconvolte. Oggi la tua parola, Signore, ci provoca più del solito, ci spaventa. Per fortuna il finale delle letture è più consolante: c’è la beatitudine di una folla immensa inneggiante alla giustizia divina, c’è l’invito ad accogliere il tuo ritorno come una liberazione. Forse abbiamo paura di rivederti e non alziamo la testa perché ci risulta più comodo restare chinati sulle schiavitù che ci appagano, che non vogliamo perdere. Come diceva un tale, si piange così bene in questa valle di lacrime. Il tuo Spirito tenga desta in noi la nostalgia del banchetto celeste, nella quotidiana ricerca di ciò che a te piace: con l’abito nuziale della fedeltà, possiamo anche noi sperare di entrare! (Lc 21, 20-28)
