Buongiorno amici. Oggi chiamati a vivere la salvezza che già esiste in noi. Prigioniero a Macheronte, il compie un ultimo tentativo per capire se si è sbagliato. Ha passato la vita a gridare e ad annunciare la venuta del giudizio divino, di un Messia che avrebbe tagliato alla radice l’albero improduttivo. E invece gli giunge notizia di un Messia che parla di perdono e di compassione. È confuso, Giovanni. Dio non è mai come ce lo aspettiamo. E nemmeno lui fugge da questa verità. Dobbiamo aspettarne un altro? Non ve lo siete mai chiesti? Dopo duemila anni di cristianesimo poco o nulla è cambiato. L’uomo è sempre cocciuto, violento ed ostinato. Sembra non capire, sembra non imparare mai. A pochi giorni dal Natale la liturgia, con grande coraggio, dona fiato al dubbio, fa entrare nell’attesa anche il dubbio. Dobbiamo aspettarne un altro. E Gesù risponde a noi ciò che ha risposto a Giovanni: guardiamoci attorno. Impariamo a riconoscere i segni della salvezza che già esistono in noi. Medita: La tua parola ridona la vita: Cosa rispondere ai tanti dubbi, alle tante domande di quanti cercano di dare un senso alla loro vita? A quanti ci chiedono di dare testimonianza di chi tu sia o Signore? Possiamo solo testimoniare ciò che abbiamo visto e udito: tu, Signore, hai posto la tua dimora tra noi. Tu, Signore, mi doni occhi per vederti e per guardare a me e agli altri con il tuo sguardo d’amore. Tu, Signore mi fai alzare da dove mi ero fermato e mi mostri la via su cui camminare, il cammino sarà faticoso ma tu mi sarai accanto. Tu, Signore, trasformi il mio modo di stare con gli altri, sani la mia lebbra, non mi fai più sentire inadatto. Tu, Signore, hai aperto i miei orecchi alla tua parola e alla voce dei fratelli e delle sorelle. La tua parola ridona la vita, Signore, e di nessuna ricchezza ho più bisogno se non del tuo amore. (Lc 7, 19-23)
