Buongiorno amici. Oggi chiamati a ringraziare il Signore per il dono del suo Corpo, pane di vita eterna. La folla chiede ulteriori segni, senza accontentarsi del grande segno che è la presenza stessa del Maestro. Ma anche gli apostoli non scherzano. Non solo non hanno imparato la compassione, ma il livello di incomprensione dei confronti di Gesù è a livelli di guardia. Gesù chiede loro di guardarsi dal lievito dei farisei: non devono cedere alla tentazione di una fede fatta solo di osservanza esteriore di precetti, di minuzie legali, di ricerca ossessiva della perfezione rituale. E di guardarsi dal lievito di Erode che usa la religione a fini politici, utilizzandola per il proprio potere, per i proprio scopi. Il discepolo deve fuggire l’esteriorità e il compromesso. Ma gli apostoli non capiscono, pensano ancora la miracolo del pane (che brucia ancora!), non sanno entrare nella dimensione interiore del lo Signore. Il Signore parla, ma spesso fatichiamo ad accogliere seriamente e serenamente la sua Parola, la leggiamo solo superficialmente, non sappiamo coglierne le sfumature intense che possono spalancare il nostro sguardo interiore. No, Signore, spesso non capiamo cosa perché siamo ancora troppo legati alla terra. Abbi pietà di noi e spiegaci. Preghiamo: Siamo smemorati in tutti i sensi. Prima cosa: ci siamo imbarcati senza provvedere al cibo, troppo presi dalla curiosità di vedere come sarebbe finita la discussione fra i farisei e il maestro: così, c’è solo un pane di ieri, e questo ci preoccupa al punto che non stiamo attenti agli ammonimenti di Gesù. Ma, dimenticanza ancor più grave, non ricordiamo quello che già per due volte è successo quando la folla che ci seguiva non aveva di che mangiare. Perdonaci, Signore: troppo in affanno per noi stessi abbiamo perso di vista te e quello che puoi fare se ci affidiamo alla tua parola, alla tua grazia. Noi facciamo quello che umanamente è possibile, perché la nostra parte dobbiamo farla fino in fondo, ma poi ti offriamo nell’unico pane la nostra vita, così che tu ci doni la tua, vero pane. (Mc 8,14-21)
