Buongiorno amici e buona Domenica. Oggi chiamati ad essere luce tra le genti. Oggi la Chiesa è in festa nel ricordo della presentazione del Signore al Tempio: è la festa di un incontro. Oggi l’anziano Simeone, uomo giusto e pio, incontra il piccolo Gesù, l’Antico Testamento incontra il Nuovo Testamento, l’antica legge una nuova legge, l’attesa incontra il suo compimento, la radice di Iesse un nuovo germoglio. Le braccia protese del vecchio Simeone sembrano il ventre ormai sterile di una donna; il bimbo Gesù che comincia a stringere a se è la pioggia che feconda la terra, il sole che illumina la tenue oscurità dei cieli stellati della Palestina. Molti anni dopo, durante la notte, Gesù incontrerà un altro uomo giusto, un certo Nicodemo, che viene per interrogarlo e avrà con lui un bellissimo colloquio dove gli dirà: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Simeone, nonostante l’età avanzata, rinasce a vita nuova, vede realizzarsi, nell’ordinaria semplicità di un bambino, il sogno di Dio, le sue promesse, il suo progetto di salvezza universale che va ben oltre gli angusti confini del popolo ebraico. Giuseppe e Maria salgono al tempio con il piccolo Gesù per adempiere alla legge di Mosè. Tra le braccia del vecchio Simeone, che ben rappresentano tutta la legge e i profeti, misteriosamente, dentro una trama di circostanze e di segni, questo bambino, fragile come tutti i piccoli d’uomo, si rivela come luce che illumina tutte le genti, cioè tutti gli uomini di ogni tempo, etnia e cultura. Tutti. Nessuno escluso. Sotto la fioca luce di una lampada del grande Tempio di Gerusalemme si svela il mistero di Dio, viene tolto il velo di ogni profezia, di ogni oracolo, di ogni piccola “virgola” degli antichi rotoli. E’ dentro questa prospettiva che tutta la vita di Gesù, che ogni sua parola, ogni suo gesto e tutto ciò che si riferisce alla sua persona è LUCE. Così, insieme alla legge e ai profeti si svela anche la nostra vocazione: quella di diventare Luce che brilla nell’oscurità. Il Cristiano è chiamato a illuminare “in Gesù sole di giustizia” quanti stanno nelle tenebre. (Lc 2,22-40)
