Buongiorno amici. Oggi chiamati a riscoprire l’attesa di un rapporto più vero.
Non ci può essere Avvento se non c’è una chiara e precisa presa di coscienza di uno stato bisognoso di intervento di salvezza. L’Avvento comincia là dove c’è realmente la consapevolezza di avere bisogno di qualcuno senza il quale non si è capaci di realizzare noi stessi. Così l’Avvento diventa anche il nostro accorgersi di una vita sociale impossibile, di una solitudine amara diffusa in tutte le persone, di un bisogno di capirsi, di incontrarsi, cioè di un animo comunitario. L’attesa di un rapporto più vero, più profondo, più aperto e rispettoso diventa urgente e trova nella promessa di Dio la certezza di una riuscita. Manca poco a Natale. Ancora qualche giorno poi celebreremo il Dio che si fa carne, si fa uno di noi. Nascerà Gesù, non tanto fisicamente (la sua nascita è accaduta veramente nella storia), quanto nei nostri cuori e, soprattutto, nell’Eucarestia che è il dono di sé per eccellenza. Diverse sono le nostre storie, come pure diverse sono le nostre speranze, i nostri sogni, le strade in cui incrociamo Dio. E Dio si fa piccolo per ciascuno di noi, per dirci che Egli ci è necessario, come l’aria che respiriamo. (Mt 1,18-24)
