Buongiorno amici. Oggi chiamati alla vigilanza, quella vera, ad essere desti per l’incontro con il Signore. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo. Come vivere l’attesa del tempo presente? Vegliando e pregando. Vegliare è tenere gli occhi aperti: quello che i discepoli non riuscirono a fare nella notte dei Getsemani. La notte del mondo o la si vive vegliando, o con il cuore appesantito. Appesantito è il cuore con lo sguardo a terra che batte lentamente, è il cuore che nella notte non vede altro che buio; vigilante è invece il cuore che nella notte intravede la luce, attende l’alba eterna. Cuore appesantito è quello di chi vive il tempo presente nella tristezza del non-senso, cuore vigilante è quello di chi attende con speranza la luce che viene e già nel presente ne riconosce i segni. Vegliare e pregare: il cuore appesantito cerca consolazioni in dissipazioni e ubriachezze, vero oppio dei popoli, anestetici che fanno dormire e dimenticare; il cuore vigilante invece prega: sveglio, vive nel ricordo del Signore nel dialogo incessante con lui e nell’attesa del suo ritorno. (Lc 21, 34-36)
