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Nutrirci di colui che ci dà la vita

Buongiorno amici. Oggi chiamati a perdonate, perché anche il Padre nostro che è nei cieli perdoni a noi le vostre colpe.
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». La piana di fico è tradizionalmente simbolo del popolo di Israele. Gesù utilizza questa immagine unendola all’episodio dei venditori nel tempio: il popolo d’Israele ha tradito l’alleanza con Dio e ha trasformato il luogo dell’incontro con lui in un mercato. Il fico non può dare più frutto perché ha cessato di nutrirsi di colui che gli dà vita. La preghiera che Gesù indica invece ai discepoli si fonda su una fede salda, capace di domandare anche l’impossibile. La porta di accesso a questa preghiera la indica egli stesso, è quella del perdono accolto e donato. Modello di questa fede sono gli uomini illustri ricordati nella prima lettura, (Sir 44,1.9-13 I nostri padri furono uomini di fede, e le loro opere giuste non sono dimenticate), coloro che hanno saputo custodire l’alleanza e viverla grazie alle opere giuste: i loro frutti abbondanti rimangono anche per le generazioni a venire. (Mc 11,11-26)