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Oggi è nato per voi il Salvatore.

Buongiorno amici, buon Natale a te e a tutti i tuoi cari.

“Rallegriamoci tutti nel Signore perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo”. 

Sant’Efrem, paragonando il Natale a Gesù, cantava: “Quel giorno è simile a te; è amico degli uomini. Esso ritorna ogni anno attraverso i tempi; invecchia con i vecchi, e si rinnova con il bambino ch’è nato… Sa che la natura non potrebbe farne a meno; come te, esso viene in aiuto degli uomini in pericolo. Il mondo intero, o Signore, ha sete del giorno della tua nascita… Sia dunque anche quest’anno simile a te, porti la pace tra il cielo e la terra”. Ma gli uomini non hanno accolto questo dono! Gesù è dovuto nascere in una stalla, fuori Betlemme. E’ senza dubbio molto bella e delicata la tradizione di allestire il presepe in ogni casa, ed è bene intenerirsi al vederla. Ma non si deve dimenticare la triste realtà ch’essa pure esprime: una città, Betlemme, non sa accogliere Gesù. “Non c’era posto per loro nell’albergo”, scrive amaramente l’evangelista. Quante volte anche oggi, purtroppo, si deve riscontrare con incredibile frequenza questa stessa amara realtà! Tante città sono come Betlemme, incapaci di aprire le porte per accogliere coloro che hanno bisogno di aiuto, di sostegno, di consolazione. Senza dubbio, il Natale visto dalla parte degli uomini ha i tratti dell’inaccoglienza e spesso della crudeltà.  Ben diverso è il messaggio del Natale. Quella notte i cieli di Betlemme furono solcati non da tristi bagliori ma da angeli che annunziavano l’apparizione del grande amore di Dio per gli uomini. Un amore smisurato. Il Natale, visto così, è davvero un Vangelo, una buona notizia assolutamente fuori qualsiasi misura: il Signore scende dal cielo e nasce in una stalla pur di starci accanto. Come non commuoversi? E’ da quel Bambino deposto nella mangiatoia che le comunità cristiane debbono trarre nuovo vigore per riprendere il cammino verso la salvezza. Quel Bambino è come tutti i neonati: non sa parlare, anche se è la Parola fattasi carne, venuta per cambiare il cuore e la vita degli uomini. Forse si esprime solo con un pianto implorante: è per toccare il cuore di ognuno di noi. Il Natale chiede ad ognuno di ascoltare il pianto di questo Bambino che implora aiuto e protezione a tutta l’umanità. Ora con l’immagine del Bambino fissata nel cuore è il momento di passare all’azione e vivere meglio questo Natale. (Lc 2,1-14)