Buongiorno amici. Oggi memoria di San Giovanni Paolo II. Oggi chiamati alla vigilanza.
Gesù, nel vangelo di quest’oggi, ci invita alla vigilanza, ad essere desti non per le cose temporali di questo mondo che ci soddisfano ma a quelle eterne, a non lasciarci assopire dal sonno di una vita priva di quel salutare senso di precarietà che la caratterizza. La nostra esistenza è tutta un’attesa: l’attesa di un incontro, di un abbraccio, di un ultimo bacio, di un sigillo. Sant’Agostino ci ricorda che il nostro cuore è irrequieto e che troverà la sua pace solo nel Signore. La nostra vita trova il suo compimento nel sigillo della morte, oltre la porta del “finito”, in un alba che non conosce tramonto. Per morire bene, bisogna vivere bene. Consapevole di queste verità l’uomo saggio non si assopisce nel sonno delle cose che passano, nei tesori che i ladri rubano o che la ruggine consuma. Il credente è in piedi, con la cintura della speranza che gli cinge i fianchi, con la lanterna della fede accesa e l’olio della carità nella bisaccia. Pronto per l’incontro, in perenne attesa del compimento della sua esistenza terrena. Beato l’uomo che nostra sorella morte corporale coglierà così, nella grazia del suo Signore. (Lc 12,35-38)