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Perché a te tutto il mondo viene dietro?

Buongiorno amici. Oggi la Chiesa celebra con grande gioia la festa di Serafico Padre san Francesco d’Assisi, diacono, che insieme a santa Caterina da Siena è invocato come patrono della nostra  nazione.  Il somigliantissimo, così Francesco poverello è chiamato, caso più unico che raro, dai fratelli cristiani ortodossi e la sua fama ha travalicato i confini delle nazioni e delle confessioni religiose… Davvero leggere la sua vita ci riempie il cuore di santa invidia e di stupore: quanto ha saputo accogliere la devastante grazia di Dio questo giovane di Assisi! Quanto ha saputo cogliere, nella cattolicissima e guerresca nazione, l’essenziale del cristianesimo diventando egli stesso modello della radicalità evangelica per cavalieri e papi! Quanto ha saputo amare ed essere amato, straordinariamente esagerato nel suo rapporto con il creato e con i nemici, indicando ai suoi e a noi in cosa consiste veramente la fede cristiana. In un’Europa all’apparenza feudo cristiano lo Spirito ha suscitato la forza innovativa del frate senza mezzi e strumenti, snobbato dalla gerarchia che sempre lo ha vissuto con insofferenza per suoi eccessi, incompreso addirittura dai suoi frati che reputavano eccessiva la sua regola. Ci suscita nostalgia di santità questo piccolo uomo trasfigurato da Dio e ci rende orgogliosi di abitare la sua stessa terra. Imitiamolo! Oggi chiamati alla vera sequela. “…Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita…”
Ma, in fin dei conti, perché a te tutto il mondo viene dietro? Te lo chiediamo dalla piazza di questa umanità che corre senza neanche degnare di uno sguardo di considerazione noi, cristiani del XXI secolo. Ma tu ancora hai il potere di fermare tutti e pronunci finalmente libero: Padre. La gente si ferma e capisce il linguaggio autentico del tuo corpo nudo di cavaliere del Re dei re, della tua carne bruna, distesa sulla nuda terra, nell’ora che impaurisce sorelle allodole, nel tramonto della tua vita di fratello tra gli uomini divenuti fratelli. Cosa capisce il mondo di te, questa piazza di umanità stanca e tante volte oppressa che noi non riusciamo a capir? Tu, nuova creatura nata dalla croce, piccolo di Dio che porti i segni dell’amore. (Mt 11,25-30)