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Presentiamo al Signore la nostra vita

Buongiorno amici. Oggi chiamati ad essere luce per illuminare le genti.
Quella di oggi una festa preziosa nella tradizione della vita consacrata: come Gesù è “presentato” al cospetto di Dio, così i religiosi vogliono consegnare la loro vita alla tenerezza di Dio e a servizio del Regno. “Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore…” Fa tenerezza immaginare la coppia di Nazareth incedere timidamente negli ampi spazi del ricostruito tempio, in mezzo ad un viavai di gente indaffarata, alle preghiere pronunciate ad alta voce, all’odore acre dell’incenso mischiato alla carne bruciata… Sono lì ad assolvere un gesto di obbedienza secondo la Legge mosaica: un’offerta da compiere per riscattare il primogenito, un rito che ricorda che la vita appartiene a Dio e a lui ne va riconosciuto il dono. Gesù obbedisce alla Legge, Dio si sottomette alle tradizioni degli uomini. Nell’obbedienza vuole cambiare le regole, nel solco della tradizione vuole ridare vitalità e senso ai gesti del suo popolo. Gesù è offerto al Padre, è donato da subito e quel gesto si ripeterà infinite volte nella sua luminosa vita. Gesù è e resta dono, diventa dono al Padre che ne fa dono all’umanità. E in questa logica del dono, oggi, desideriamo fortemente fare della nostra piccola vita un’offerta a Dio. Da lui l’abbiamo ricevuta, a lui vogliamo donarla: ciò che siamo sia utile alla realizzazione del Regno, ci aiuti a fare di ogni gesto, di ogni giorno, un atto consapevole di amore verso Dio e il suo progetto di salvezza. Allora anche noi accogliamo l’invito a presentare al Signore la nostra vita, come Maria presenta Gesù al tempio. Presentiamo i desideri, i sentimenti, le paure con tanta confidenza, poiché ci stiamo rivolgendo al Padre buono. Presentiamo la nostra terra perché il Signore la faccia fiorire; presentiamo il nostro cuore perché il Signore ci renda uomini e donne vivi. Davanti a Gesù si apre un cammino non facile, che porterà alla croce, ma sappiamo che non finirà lì: egli risorgere. La morte non abbia più potere su di noi, semplicemente ci ricordi che possiamo essere unici, e mettere in gioco la nostra unica esistenza per l’altro, per amare e per essere amati, per andare fino in fondo a ciò che la vita, che vince sulla morte, promette. (Lc 2, 22-40) Buona festa