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Quel nome.

Buongiorno amici. Oggi chiamati ad essere testimoni del Risorto. La perdita dell’Amico che l’aveva capita come nessun altro ha scosso e turbato il cuore di Maria di Màgdala. Ora dentro di lei si mescolano lacrime e sogni ed incubi. Eppure il dramma della Passione cui ha preso parte da vicino, non riesce a spegnere le ragioni di una speranza che l’esperienza straordinaria vissuta con il Signore Gesù ha suscitato nel suo animo.
Eccola, la mattina dopo il sabato, chiedere notizie di Gesù a quanti incontra sulla strada che porta ai sepolcri: a due angeli e ad un tale che ella ritiene il giardiniere. Vuole ritrovare “la ragione” della sua vita. Nient’altro e nessun altro le interessa. Maria di Màgdala è il modello del credente che passa la vita cercando senza posa il suo Signore. La scomparsa del corpo del Maestro è l’ultimo oltraggio al suo dolore. E’ troppo per lei non avere neppure un corpo sul quale piangere il suo Maestro. Dopo una ricerca tanto affannosa, Gesù risorto in persona le regala nuove ragioni di vita. Non si impone con la potenza dei segni ma con la semplicità della relazione.
Alla Maddalena basta sentirsi chiamare per nome per “vedere”. “Maria” le dice Gesù. Quel nome, pronunciato con intensità, non è un semplice dato anagrafico, ma la sintesi di una vita, come ogni nome di persona per un ebreo. Gesù fa breccia nel suo cuore. Maria non stenta a credere. Ci sperava. Ora, però, in lei prevale la fede che raggiunge ogni angolo della sua esistenza. Niente le rimane estraneo. Così, lo sguardo, non più offuscato dal dolore, riprende luminosità e profondità. La sua corsa, prima rallentata dall’angoscia riprende, e Maria vola verso il Cenacolo a portare una notizia impossibile, eppure certa. Lei, prima testimone del Risorto.
Ad ogni discepolo del Vangelo accadrà come a Maria. Riconoscerà il Signore Gesù non appena si sentirà chiamare per nome. Quel nome pronunciato con dolcezza farà cadere le barriere. Ascoltarlo una sola volta sarà sufficiente. (Gv 20,11-18)