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Rivestiti Signore delle armi della luce.

Buongiorno amici. Oggi chiamati a vivere la stessa esperienza di Nicodemo. Sono tre giorni consecutivi che la liturgia della Parola ci propone il cap. 3 dell’evangelista Giovanni, il quale ci presenta la straordinaria conversazione avvenuta tra Gesù e Nicodemo. Di questo episodio, la scena più bella è proprio quell’incontro nel quale Nicodemo comprende la vera identità di Gesù e qual’è la sua sua missione. Si svelano interrogativi, dubbi, perplessità, illuminati da una verità assoluta. Allora ecco quello che deve fare Nicodemo, rinascendo dall’alto: riconoscere che Gesù rivela il vero volto di Dio. La Pasqua manifesta chi è Gesù: non un grande uomo, non un uomo particolarmente sensibile o spirituale, ma il vero rivelatore di Dio perché lui e il Padre sono una cosa sola. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Nicodemo, deve fare un grande sforzo per uscire dalla sua asfittica visione di Dio. La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvagie. Gesù è la luce che illumina il sentiero degli uomini altrimenti ciechi e confusi. Luce che permette di vedere i fratelli e riconoscerli uguali a sé e come se stessi amarli. La luce splende nelle tenebre per ricordarci di non avere paura, che non siamo soli, che siamo molto amati. Ma le tenebre non l’hanno accolta e non l’accolgono tutte le volte che ci lasciamo incatenare dalle mille seduzioni del male, dagli egoismi, dalla sete di potere e di dominio perché chi fa il male odia la luce. Rivestici Signore delle armi della luce: bontà, mitezza, pace, verità. Ricolmaci d’amore. Possano i nostri poveri occhi ciechi aprirsi al tuo splendore che è vita nuova. (Gv 3,16-21)