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Seguire il maestro, questo ci basta.

Buongiorno amici. Oggi chiamati a seguire il maestro Gesù, senza preoccupazioni. La predizione della sua morte suscita in Pietro la curiosità sulla sorte di Giovanni, il discepolo amato. Ma Gesù non soddisfa la curiosità dell’apostolo, anzi sembra volerla frenare. Pietro non deve preoccuparsi della sorte dell’amico, ma solo di seguire il proprio Maestro. Così come ognuno ha la propria storia, così anche ognuno di noi ha il suo modo di seguire Gesù, e non spetta a noi capire o giudicare i disegni che il Signore ha per noi o per gli altri. Pietro, probabilmente conscio dei suoi limiti, chiede a Gesù di Giovanni, meno impulsivo, più mistico, l’unico dei discepoli che con Maria è rimasto sotto la croce. Sente forse Giovanni più adatto di lui ad essere il primo. Ma, Gesù ha scelto Simone, non Giovanni il perfetto. È questa la logica di Dio, la logica di chi non vuole a capo della sua Chiesa i migliori, ma coloro che hanno l’ardire del pentimento, conoscono la forza e la bellezza del perdono donato perché lo hanno ricevuto. Come ha ragione Giovanni nella conclusione di questo brano: non basterebbe il mondo a contenere i libri che raccontano i “vangeli” del nostro incontro con Dio. Non basterebbe il tempo ad ascoltare la testimonianza di milioni di fratelli e sorelle che hanno accolto la Parola e l’hanno lasciata crescere nella propria vita. (Gv 21, 20-25)