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Seguire la vera voce che dona la vita.

Buongiorno amici e buona IV domenica di Pasqua. Oggi la Chiesa celebra la 57ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose. Oggi chiamati ad ascoltare bene, per riconoscere la voce della verità. Nel Vangelo di oggi incontriamo Gesù che si presenta come la vera guida d’Israele, usando un’immagine cara al mondo biblico: il pastore. Dio è il vero pastore d’Israele, che, come splendidamente descritto nel Salmo 22, conosce le sue pecore e sa dove condurle. Unito al Padre, Gesù è pastore autentico, lontano dalle guide del tempo accusate di essere ladri e briganti che vogliono “rubare, uccidere e distruggere”. Gesù propone l’immagine del recinto comune, che riunisce le pecore di diversi pastori. Quando il pastore chiama le sue pecore, esse lo seguono perché riconoscono la sua voce. Il richiamo è forte allo Shemà Israel, alla chiamata del popolo di Israele a seguire la vera “voce” che dona la vita e conduce alla salvezza. E anche noi, popolo di Dio, siamo chiamati ad un ascolto attivo, inteso come capacità di mettere in campo tutta la nostra sensibilità, attenzione, comprensione, intelligenza, empatia nell’ascolto della voce di Dio che ci guida. Oggi nel campo religioso c’è una specie di bricolage: prendo ciò che mi aggrada, ciò che mi è utile, ciò che mi serve. Le voci sono tante e ci attraggono. È una posizione relativista. È facile vivere di relativismo, perché nel relativo prendi quello che vuoi, quando lo vuoi, lo modifichi, lo cambi, lo lasci, ne compri un altro. La Chiesa è esposta alla tentazione dell’idolatria. La tentazione, la distrazione, i falsi profeti, le false illusioni, possono distogliere dal cammino intrapreso e possono entrare nel recinto delle convinzioni umane come sicurezze incrollabili. L’Uomo è chiamato a saper discernere dove si trovi la porta, chi sia la porta, a riconoscere la voce che guida alla vera salvezza. È un dono da chiedere nel silenzio, nella preghiera. Coraggio, possiamo farcela. (Gv 10, 1-10)