Buongiorno amici e buona XXXIII Domenica del T.O. Oggi chiamati perché a Dio, nostro Padre, che ha fatto di noi, in Cristo e nello Spirito, il suo popolo santo, rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera:Padre benevolo, ascoltaci. Preghiamo per la pace nel mondo e per tutte le necessità dell’umanità.
Avevo paura! Ricordo bene quel giorno. Che ne avrei fatto di un solo talento? Investirlo? Il rischio era alto! E se avessi fallito? Altre risorse non ne avevo a disposizione. Al suo ritorno, il padrone chiamò tutti, uno per uno e io mi misi in fila, tenendo scrupolosamente tra mani quel piccolo tesoro, ancora sporco di terra. Giunse il mio turno. Tremavo come una fogliolina allo spirare del vento. «E tu?», mi disse con autorevolezza; «Beh, a me hai dato un solo talento, ma temevo di perderlo, così l’ho nascosto sotto terra, eccolo, è tuo».
Tenevo gli occhi bassi, non osavo guardare il volto del padrone. Cercai di sbirciare in su e, incrociando i suoi occhi, compresi: avevo perso l’unica occasione importante. Ammutolii, ormai era troppo tardi. (Mt 25,14-30) Contemplo Dio si fida talmente di te da affidarti il Regno.
Forse è troppo ottimista, forse dovrebbe essere più prudente ma non se ne cura, lo fa e basta.
E affida i talenti, in proporzione, ai servi, in proporzione alle loro capacità.
Non tutti nasciamo imparati, non tutti siamo costanti e capaci, né dei geni della finanza spirituale. Sappiamo bene quanti danni, come comunità e come singoli, siamo stati capaci di fare tradendo il vangelo! Diventando ostacolo e non trasparenza che fa vedere Dio!
E come si vede la differenza fra le comunità cristiane in cui gli appartenenti si danno da fare, collaborano, agiscono, sono presenti con idee e con tempo a disposizione rispetto a quelle che si lasciano vivere, che avanzano per inerzia, che delegano tutto al parroco o al pastore…
Che bello poter dire: oggi do una mano a Dio alla costruzione del Regno!
Senza compiere gesti straordinari ma orientando la vita al progetto di Dio.