Buongiorno amici e buona XXI domenica del T. O. Oggi memoria di Santa Rosa da Lima, vergine. Oggi chiamarti a riscoprire il Signore della vita. «Chi sono io, per te?».
Simone il pescatore osa, si schiera. Gesù è uomo pieno di fascino e di mistero. Di più. È un profeta. Di più. È il Messia.
Facile dirlo, per noi. Ma per chi stava lì con lui, con il falegname di Nazareth, è un’affermazione sconcertante. Gesù non era un uomo di cultura, e neppure religioso. E non era neanche tanto devoto, permettendosi di interpretare liberamente la Legge (riportandola all’essenziale, in verità).
Per Simone, dire che Gesù è il Cristo è un salto mortale.
E Gesù gli restituisce il favore.
Simone dice a Gesù: Tu sei il Cristo, che significa: Tu sei il Messia che aspettavamo, una professione di fede bella e buona e, decisamente, ardita.
Pietro, riconoscendo nel falegname l’inviato di Dio, fa un salto di qualità determinante nella sua storia, un riconoscimento che gli cambierà la vita. Gesù gli risponde: Tu sei Pietro.
Simone non sa di essere Pietro. Sa di essere cocciuto e irruente. Ma, riconoscendo in Gesù il Cristo, scopre il suo nuovo volto, una dimensione a lui sconosciuta, che lo porterà a garantire la saldezza della fede dei suoi fratelli. Pietro rivela che Gesù è il Cristo, Gesù rivela a Simone che egli è Pietro. Scambio di cortesie. Quando ci avviciniamo al mistero di Dio, scopriamo il nostro volto; quando ci accostiamo alla Verità di Dio riceviamo in contraccambio la verità su noi stessi. Confessare l’identità di Cristo ci restituisce la nostra profonda identità. Il Dio di Gesù non è un concorrente alla mia umanità. Se volete scoprire chi siete veramente, specchiatevi nello sguardo di Dio. (Mt 16, 13-20)
