Buongiorno amici e buona VI domenica di Pasqua. Auguri a tutte le Mamme, vive e defunte. Oggi chiamati a vivere l’esperienza dell’amore. L’amore vero, non costruito da mani d’uomo, effimero e limitato pieno di ferite e delusioni, ma l’amore eterno duraturo, basato non solo sui sentimenti, ma nella reciprocità del dare e del ricevere. Perché amare può bastare a riempire una vita, ma amare riamati basta per molte vite. È l’incontro gioioso di due libertà. Oggi il Signore ci dice che siamo tutti suoi amici, non più servi, che gli apparteniamo attraverso la fede e attraverso il battesimo. Egli l’ha provato rivelandoci il suo segreto e la sua missione di Figlio di Dio. Ci ha detto che Dio, nella sua onnipotenza divina, ci ama tutti. Per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, ci ha fatto entrare nella comunione di amore che esiste fin dall’eternità tra lui e suo Figlio. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.“ E’ di una semplicità disarmante il significato delle letture odierne: verrebbe quasi da dire che, se dovessimo cercare (e trovare!) una dichiarazione comportamentale sull’amore, questa è scritta sulla Scrittura. Da dove viene l’amore? Semplice, viene da Dio, che continuamente lo genera. Come conosciamo Dio? Semplice: attraverso l’amore che lui stesso fa nascere nei nostri cuori. Non è un amore nascosto ma pubblico: attraverso alcune parole precise, di fronte ad alcuni gesti precisi, in mezzo a persone precise, c he si rapportano all’Unigenito, noi tutti abbiamo la possibilità di camminare “nelle sue vie”. Un amore come esempio, un amore come modello, un amore come invito: non solo per riconoscere al Signore stesso un’iniziativa primigenia, ma per iniziare un cammino tra di noi con quella prospettiva, con quel traguardo. Un amore vissuto tra di noi come se in mezzo a noi ci fosse lo stesso Signore. (Gv 15,9-17)
