Buongiorno amici. Oggi chiamati ad essere in sintonia con un altro cuore che da sempre ama.
Oggi la Chiesa celebra la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, di origine devozionale, ma che ci richiama alla straordinaria riflessione sull’amore di Dio per noi.
È stata una santa francese dell’Ottocento, santa Maria Margherita, a diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Una devozione che ci appare distante dalla nostra sensibilità e che, pure, ha sviluppato nel corso degli anni una sua profonda ragione di esistere. Come se, all’epoca delle apparizioni alla santa, Gesù si fosse amabilmente stufato di una predicazione eccessivamente incentrata sul senso della giustizia a scapito della misericordia. Sappiamo bene che la norma, il rispetto, la fedeltà sono la forma dell’amore, concretizzano un sentimento che rischia di diventare evanescente. Ma, bisogna pur dirlo, l’amore precede la norma, la rende comprensibile e attuabile. L’amore non può iniziare da uno sforzo, da un impegno, da un cambiamento ma da un’emozione che si radica nel tempo. Non è una semplice passeggiata, ma un cammino che richiede impegno, costanza, fatica. Ricordare alla cristianità europea ottocentesca e a noi che al cuore del cristianesimo c’è… un cuore che ama, il cuore di Dio che muore per amore, ci aiuta a situarci nel modo giusto rispetto alla fede e alla vita. Festa benedetta, soprattutto con Papa Francesco, dono di Dio, che ricorda alla cristianità l’essenziale: la tenerezza di Dio. (Mt 11, 25-30)
