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Un dono che viene dal cuore di Gesù.

Buongiorno amici. Oggi chiamati a riconoscere in Dio, il dono della salvezza. «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Gesù vuole che il lebbroso sia purificato. Lo vuole, lo desidera con tutte le sue forze. Sa bene quanto sia duro affrontare la vita nella malattia. Sa bene quanto sia tragico vagare nelle campagne come un lebbroso abbandonato da tutti, reietto, messo ai margini. Lo sa. Perciò interviene, perciò sana, purifica. Il racconto di Matteo, stringato, annuncia il desiderio di Dio di liberarci dalla lebbra del corpo e dello spirito. Dio vuole la nostra felicità, il nostro bene, desidera la nostra realizzazione. Come conciliare questa perentoria affermazione con l’esperienza che facciamo del male e del dolore? Se Dio davvero ci ama e vuole il nostro bene, perché permette che siamo colpiti dalla malattia e dal dolore? Gesù non offre una soluzione a questa domanda ma indica due percorsi: anzitutto smentisce che la malattia sia punizione divina (e questo già mi consola!). Secondariamente si dimostra solidale con gli ammalati, ricordando però che la salute non è tutto: prima della salute c’è la salvezza. Ma nonostante tutto, caparbi ed increduli, egoisti e legati alla materia ed alla vita, questo non lo accettiamo. Preferiamo la salute alla salvezza, ponendo Dio al secondo posto. Meditando bene questa periscope evangelica, nonostante la sofferenza e la malattia, Dio mostra la sua infinita bontà e misericordia. Oggi a noi il compito di avere  fede e di affermarlo, chiedendogli di essere sostenerci in questa esperienza di vita. (Mt 8,1-4)