Buongiorno amici. Oggi chiamati a ripartire con una speranza viva, verso un incontro speciale. “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.” Nell’inverno che talora definisce la nostra esistenza, spesso ci si ritrova sospesi, con una fede esitante, con relazioni che portano il limite e l’ambiguità del capirsi e del volersi bene, tra vicende magari indecifrabili; si attraversa l’incertezza magari di capire, di sapere, di muoversi e avanza il bisogno di una parola risolutrice, che provi a sciogliere lo spessore dei dubbi e dei timori. Gesù apre un’inedita prospettiva, quasi un nuovo sentiero da cui poter partire, prima d’ogni, pur legittima, domanda; quanta disponibilità c’è a credere, a fidarsi di Dio, degli altri, della vita? Quanto credito si osa dare a colui che custodisce nella sua mano buona i nostri giorni? Grati e meravigliati si può sperimentare che c’è un’appartenenza e una confidenza da scegliere; e che molte e molte volte proprio esse precedono e permettono di capire, di sapere, d’agire. Buon cammino. (Gv 10, 22-30)
