Buongiorno amici. Oggi chiamati ad essere onesti. «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Maledetti soldi, tutto gira intorno ad essi e noi stupidi uomini che ci facciamo trasportare dai loro colori, odori e modo di gestirli. Siamo completamente schiavi di una moneta che decide il nostro destino che ha fatto sempre la sua storia. Sono così dominanti che non ne possiamo fare a meno, ci consolano, ci fanno star bene, ci rendono eterni. Eppure quando moriremo, non ci porteremo niente. Ora comincio a capire perché Gesù ci ha portato come esempio nella parabola: ci ha coinvolto perché ci decidiamo a fare un passo in più. Quello che ha detto alla fine, lamentandosi del fatto che i beni celesti non sono cercati con lo stesso impegno con cui si cercano i beni terreni, riguarda anche a noi. Dobbiamo riuscire a cavarcela da tutte le situazioni critiche, per poterci chiedere quale fosse lo scopo della nostra vita e sicuramente rispondere: i soldi. In effetti non ci serviamo di loro, ma siamo noi al loro servizio: tiranni che occupano i nostri pensieri, che dirigono i nostri progetti, preoccupandoci solo dei nostri interessi. Oggi Gesù ci libera da questa schiavitù: quanto ricevuto dalla vita non dobbiamo trattenerlo e usarlo solo per noi, ma condividerlo per il bene di tutti. Solo così otterremo la pace e l’essere felici. (Lc 16, 9-15)
