Buongiorno amici e buona IV domenica di Pasqua. Oggi memoria di San Marco evangelista. Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Oggi chiamati ad ascoltare la voce del buon Pastore. Abbiamo davanti agli occhi un’immagine evangelica particolare, come non se ne vedono quasi più al giorno d’oggi: da una parte un gregge di pecore docili, schiocche e incoscienti che vanno avanti fin che c’è erba da brucare, dall’altra parte l’attenzione di un pastore buono, che ama il suo gregge, che non si lascia intimorire da eventuali pericoli. Addirittura offre la sua vita per queste pecore. E’ un pastore ben strano: come si può pensare di morire perché una o più pecore possano vivere? Come si può accettare di vivere con una prospettiva futura di questo genere? Un pastore del genere quindi non cerca la gloria propria, ma la offre, disinteressatamente, senza mezzi termini; questo in opposizione al comportamento di certe responsabilità portate avanti da qualcuno solo per il proprio tornaconto. La bontà di questo pastore diverso ci lascia meravigliati, ma non più di tanto: perché in fondo in fondo, noi ci aspettavamo un personaggio del genere, che amasse in questo modo, che trasformasse la nostra vita così. Non siamo allora pecore di qualsiasi gregge, perché desideriamo assomigliare ed assimilarci al nostro pastore, ad un pastore come questo. (Gv 10,11-18)
