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Una fede che deve avere il nostro cuore.

Buongiorno amici. Oggi chiamati ad una fede autentica. Gesù si scontra frontalmente col modo di pensare molto devoto dei farisei. Fedeli zelanti e pieni di fede, niente affatto bigotti come a volte rischiamo di immaginarli, i farisei cercavano di vivere con grande scrupolo ogni piccola norma della Legge scritta e di quella orale. Convinti che solo nell’obbedienza ai comandi potevano essere graditi a Dio, impegnavano tutte le loro energie nel conoscere e rispettare i precetti del Signore. La salvezza, però, era un premio riservato solo a coloro che rispettavano tutti i comandamenti del Signore e, perciò, escludeva la stragrande maggioranza del popolo, preoccupato a mettere insieme di che sfamarsi. Gesù vive con intelligenza ed equilibrio le norme, distinguendo quelle che provengono da Dio da quelle che sono frutto dell’abitudine e della tradizione umana. Riconduce all’essenziale ogni norma, sapendo bene che Dio l’ha voluta per il bene dell’uomo e per la sua maggiore libertà, non per una soffocante prigionia spirituale. E non manca, il Signore, di sottolineare le storture e le contraddizioni di quei campioni della fede che, allora come, oggi, ricorrono a mille furberie per ingannare gli altri. Preghiamo: Gesù, oggi ci chiami a riconoscere che la fede che ci viene chiesta di professare è una fede che deve aver contatto con la vita quotidiana, deve avere le nostre mani e i nostri piedi, una fede che agisce; una fede che deve avere la nostra mente, una fede che pensa; una fede che deve avere il nostro cuore, una fede che ama! Una fede che prende la forma delle scelte concrete e che si manifesta nelle nostre opere.
Oggi Gesù ci chiedi questa fede concreta e autentica. Anche il nostro agire, anche il nostro pensare, anche il nostro amare, possano diventare preghiera al Padre. Questo ci richiedi, ricordandoci di avere gli stessi pensieri di Dio, invitandoci ad amare e a servire e pregare gli uni e gli altri, percorrendo le stesse vie che tu o Signore hai percorso. (Mc 7,1-13)